Quanta acqua serve al prato?
Sia che decidiamo di annaffiare il prato a mano, con il tubo, sia che disponiamo di un irrigatore o, addirittura, di un sistema automatico di irrigazione, sapere quanto e quando annaffiare ci permette di ottenere i migliori risultati evitando facili sprechi.
Le radici dell’erba
L’erba coltivata affonda le sue radici tra 3 e 6 cm; essendo molto superficiali, sono facilmente soggette a stress idrici. Le erbacce, quelle infestanti a foglia larga che deturbano il prato per intenderci, hanno radici a fittone che, affondandosi di più nel terreno, hanno maggiori probabilità di trovare un terreno umido.
Obiettivo dell’irrigazione deve essere mantenere il terreno umido il più a lungo possibile a livello delle radici.
Quanto bagnare
Per questo è inutile bagnare poco tutti i giorni; molto meglio bagnare tanto una volta alla settimana. Il perché è presto detto. Poniamo di bagnare poco, idealmente un litro a metro quadrato (corrispondente a un millimetro di pioggia). Un litro di acqua, distribuito su una superficie di un metro quadrato bagna il terreno, nel migliore dei casi, per i primi 4-5 millimetri.
Il 90% dell’acqua presente in questo strato di terreno è destinato ad evaporare per il solo effetto del calore. Risulta altresì pressoché inutile per le radici che operano a una profondità maggiore. Il risultato? Abbiamo sprecato acqua, non abbiamo annaffiato il prato che andrà comunque in sofferenza, abbiamo avvantaggiato le piante infestanti che, pescando più in profondità , hanno modo di crescere senza la concorrenza dell’erba buona.
Annaffiare poco tutti i giorni è dunque praticamente inutile.
Poniamo ora di annaffiare utilizzando due litri di acqua per metro quadrato. Il primo litro bagnerà , come abbiamo visto, i primi millimetri di terra; il secondo, trovando il primo strato già idratato, tenderà a scorrere verso il basso arrivando a bagnare oltre il centimetro di profondità . Anche in questo caso però, appare insufficiente per raggiungere adeguatamente le radici che, anzi, tenderanno a svilupparsi in superficie per poter usufruire dell’acqua disponibile.
Con tre litri a metro quadrato possiamo ragionevolmente raggiungere uno strato più profondo. Vuoi perché i primi litri di acqua hanno idratato il terreno superficiale, vuoi perché, man mano che si scende, il terreno appare (perché non esposto direttamemte al calore del sole) più idratato.
L’acqua dunque scorre e raggiunge le radici a totale beneficio dell’erba. Non solo: l’umidità presente in profondità è meno suscettibile di evaporazione e dunque mantiene il terreno umido più a lungo.
C’è un altro vantagio nel bagnare il terreno in profondità : le radici dell’erba tendono a scendere in profondità , irrobustendo la pianta e rendendola meno suscettibile agli eventuali stress idrici. Se l’erba coltivata è più forte, anche le piante infestanti avranno vita più dura.
Il clima
Tutto questo ha ovviamente una grande variabile nel clima. La temperatura infatti determina la velocità di evaporazione dell’acqua dal terreno: con temperature prossime ai 30°C l’evaporazione durante la giornata è assai rapida e sarà quindi necessario o aumentare la quantità di acqua (arrivando a 5 litri a metro quadrato) o aumentare la frequenza.
Nelle settimane più calde, distribuire cinque litri di acqua a metro quadrato significa idratare il terreno in profondità e allungare notevolmente il periodo tra un’irrigazione e l’altra. Può essere sufficiente annaffiare una volta alla settimana abbondantemente; questo rappresenta un notevole risparmio rispetto al bagnare poco tutti i giorni. Il calcolo è semplice: due litri/mq tre volte alla settimana comportano un consumo di sei litri/mq alla settimana. Con un’efficienza decisamente ridotta rispetto al fornire cinque litri/mq alla settimana.
La natura del terreno
I numeri forniti vanno comunque messi in relazione con la natura del terreno su cui cresce il prato. L’erba coltivata si svilluppa bene su un terreno leggero, ben drenato, ricco di materia vegetale (torba) che ha la proprietà di assorbire l’acqua e di rilasciarla lentamente. Un terreno argilloso si impregna rapidamente d’acqua e tende a soffocare le radici; un terreno troppo povero si asciuga molto rapidamente.
L’incidenza del sole
Il sole gioca un ruolo importante nell’irrigazione, perché la sua incidenza diretta sul terreno aumenta la velocità di evaporazione, prosciugando in poche ore lo strato più superficiale. Per questo è buona norma, quando la temperatura si alza e comunque nel periodo estivo, tagliare l’erba più alta. L’erba protegge il terreno dall’incidenza diretta del sole, riduce l’evaporazione e ci permette di avere un terreno più sano.
Come calcolare quant’acqua versiamo.
Il metodo più empirico per sapere quanta acqua utilizziamo consiste nel calcolare quanto tempo sia necessario a riempire con la canna dell’acqua una bottiglia da un litro.
Poniamo siano necessari 10 secondi e che quindi in un minuto la canna dell’acqua produrrà sei litri. Poniamo che il nostro prato sia di 50 mq; volendo irrigare con tre litri/mq, saranno necessari 150 litri in tutto. Dovremo irrigare per 25 minuti (150 litri necessari diviso 6 litri/minuto).
Se preferiamo la semplicità , Gardena dispone di un comodo accessorio, il contalitri, che, posto sul tubo dell’acqua, permette di visualizzare sul display il reale consumo.
Quando annaffiare
Resta da chiedersi quando sia meglio annaffiare, anche se la risposta a questo punto è quasi ovvia. Il momento migliore è alla sera, dopo il tramonto, quando il terreno si è un po’ raffreddato. L’acqua evaporerà solo in minima parte e avrà tutta la notte per idratare il terreno e scendre in profondità . Anche il mattino presto va bene, per gli stessi motivi. Da evitare invece l’irrigazione durante la giornata, sotto il sole: le gocce d’acqua fanno da effetto lente rischiando così di bruciare l’erba sotto l’azione del sole.
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