0
(0)

La posta della settimana

<Andrea>

Mi piace, quando vedo una pianta particolare, provare a moltiplicarla per talea, ma pur utilizzando tutti i trucchi, considero un vero successo quando riesco a ottenere una modesta piantina. Ma come fanno i vivaisti? Come fanno ad ottenere centinaia di piante, mi dicono, per talea? C’è qualcosa che mi sfugge? Terreno, umidità, calore…

Siamo certi che il vivaista potrebbe farle le stesse domande in merito al suo lavoro. Il fatto è che il professionista ha dalla sua un’arma vincente: l’esperienza. Facendo la stessa cosa per anni sa perfettamente interpretare ogni minimo segnale utile per ottenere il risultato desiderato. Questo si traduce nella scelta del terriccio ideale che molto spesso i vivaisti fanno preparare apposta alle aziende con precise specifiche (contenuto di torba, sabbia, perlite…). La visita a una fiera di giardinaggio e a un’azienda che propone terricci per i vivai potrebbe illuminarla a riguardo.

E poi la temperatura, l’umidità, il concime, l’ambiente protetto e la nebulizzazione delle piante con anticrittogamici o concimi fogliari: tutto concorre al rapido sviluppo di piante belle esteticamente e, di conseguenza, facilmente vendibili. Senza dimenticare la quantità prodotta e i costi più contenuti.

L’appassionato fa quello che può, spesso molto bene, ma senza quegli strumenti come la serra, il controllo della luce, umidità, calore, che fanno parte della dotazione del vivaista.

È bene comunque considerare che non sempre il risultato del vivaio è come ce lo aspettiamo. Le piante cresciute in condizioni ideali spesso hanno maggiori difficoltà nell’acclimatarsi all’ambiente normale in cui le trapiantiamo.

Capita infatti che piante bellissime diano poi scarsi risultati a casa nostra con una crescita stentata, perdita delle foglie, caduta dei fiori. È un classico problema di acclimatamento a cui vanno soggette proprio quelle piante che sono state coltivate in condizioni ideali e che ora, a casa nostra, devono vivere in condizioni molto diverse con una luce e un terreno diversi.

Un vivaista che abbiamo incontrato sul Lago Maggiore, specializzato nella produzione di azalee, ci spiegò come le talee rimangono in serra per il primo anno, ma poi le piante vengono lasciate crescere per due anni all’aperto perché si irrobustiscano affrontando pioggia e vento, caldo e freddo. Solo così, ci disse, la pianta è in grado di affrontare un nuovo ambiente. Lasciate crescere in serra (nella bambagia diremmo noi) rischia di non superare un anno quando viene trapiantata all’aperto.

Quando acquistiamo una pianta in un garden center (che non è un vivaista, è un rivenditore) non sappiamo nulla di come la pianta sia stata fatta crescere: possiamo solo considerare che è bella e sperare che attecchisca bene nel nostro giardino o nei nostri vasi. Meglio sarebbe sotto questo aspetto andare direttamente dal produttore, valutare come lavora e di conseguenza acquistare le piante. È evidente che non lo possiamo fare con ogni pianta, ma se dobbiamo acquistarne tante per fare una siepe o impiantare un frutteto, forse val la pena di spendere un po’ di tempo.

Hai trovato utili queste informazioni?

Clicca sulle stelle per esprimere un voto

Media 0 / 5. Numero di voti: 0

Nessun voto finora! Sii il primo a votare questo post.