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La Strelitzia

Si raconta che Francis Masson, il miglior giardiniere dei Kew Garden di Londra nel XVIII secolo, fu il primo occidentale a scoprire la pianta nel lontano 1772. Durante un viaggio in Sudafrica alla ricerca di piante esotiche, rimase stupito di fronte alla inconsueta bellezza di questo fiore dalla strana forma. 

L’anno successivo riuscì a farne arrivare in Inghilterra una pianta:  fu la prima ad arrivare in Europa. Ci vollero molti anni però prima che riuscisse a fiorire nelle serre della regina. Ancora oggi, dopo quasi 240 anni dalla loro scoperta, i fiori della strelitzia suscitano stupore e ammirazione. Nel nostro Paese, dopo decenni di coltivazione per il fiore reciso e come pianta da giardino per i climi miti, la strelitzia prende sempre più piede come pianta in vaso. I vivaisti stanno ottenendo piante dalle dimensioni sempre più contenute che si possono tranquillamente coltivare in casa.

Un nome, un legame

I fiori della strelitzia, di colore arancione e viola, ricordano molto la paradisea, un bellissimo uccello della Nuova Guinea. Per questo la pianta viene comunemente chiamata uccello del paradiso da noi europei.

Oltre a questa somiglianza la strelitzia ha però un legame ben più stretto col variopinto mondo degli uccelli. Nel corso dell’evoluzione ha infatti affidato a un uccello piuttosto che agli insetti la sua possibilità di riprodursi.

I fiori della strelitzia vengono impollinati dalla Nectarinia afra, un uccelletto sudafricano molto simile a un colibrì.

Questa nettarina, che, come dice lo stesso nome, si nutre del nettare, infila il suo lungo becco all’interno del fiore per nutrirsi. Tale movimento fa aprire le antere, gli organi sessuali maschili del fiore che rilasciano il polline. Il polline si attacca alle piume del petto dell’uccello e viene così trasportato su altri fiori. 

Solo grazie alla nettarina la pianta riesce a produrre i semi e a riprodursi.

Vista da vicino

Il nome scientifico della pianta è Strelitzia reginae. È una pianta erbacea e cresce come un fitto cespuglio dalla cui base partono delle foglie coriacee ed allungate che possono raggiungere i settanta centimetri di lunghezza. Queste sono portate da un lunghissimo stelo. Nel complesso la pianta può raggiungere i due metri di altezza. I fiori sbocciano numerosi dall’autunno alla primavera. Sono grandi circa quindici centimetri e sono formati da alcuni petali arancioni (sepali) e da altri petali viola.

Da un unico bocciolo, in realtà una spata, si aprono in successione fino a quattro-cinque fiori (altre specie di strelitzia dalla crescita arborea hanno fiori più grandi di colore bianco). I fiori durano più di un mese anche quando vengono tagliati e messi in acqua. La pianta, sia in piena terra che in vaso, cresce molto lentamente.

La Strelitzia reginae appartiene alla famiglia botanica delle Strelitziacee, ma su molti testi si trova come appartenente alla famiglia delle Musacee, la stessa famiglia a cui appartengono i banani nella quale la pianta era inserita dai botanici fino a pochi anni fa.

L’esposizione corretta

La strelitzia cresce bene in pieno sole o a mezz’ombra. Si può coltivare all’aperto tutto l’anno solo nelle regioni con inverni miti (in Liguria ad esempio è fra le piante più utilizzate nelle aiuole di parchi e giardini pubblici). Nelle altre regioni d’Italia dobbiamo invece coltivarla in vaso e riportarla in casa alla fine di ottobre.

La pianta in vaso è molto decorativa e in casa diventa un’elegantissima e originale pianta d’appartamento.

Sistemiamola in una posizione molto luminosa, ad esempio davanti ad una grande finestra, e possibilmente in un ambiente che si mantiene normalmente fresco e asciutto.

L’ideale sarebbe tenerla nell’androne delle scale o in un altro locale in cui la temperatura si mantiene intorno ai 10-15° C e portarla in casa solo quando deve figurare.

Quale terreno

La strelitzia si adatta a tutti i tipi di terreno, ma il terreno ideale deve essere leggero e molto ricco di sostanza organica.

Se è piantata in piena terra la strelitzia resiste a periodi di siccità anche prolungati. In vaso è un po’ più sensibile alla mancanza d’acqua perché le radici in questo caso si asciugano velocemente. Come regola dobbiamo annaffiare la pianta in modo che il terreno rimanga sempre leggermente umido: una volta ogni quindici giorni in inverno e una volta la settimana in estate. Se però manchiamo da casa tre settimane e nessuno può annaffiare non dobbiamo preoccuparci per la nostra pianta; mettiamola al fresco e resisterà anche senz’acqua.

Da settembre a giugno, una volta al mese, somministriamo alla pianta un concime liquido per piante da fiore da diluire nell’acqua delle annaffiature.

Il giusto vaso

Per una singola pianta adulta di strelitzia serve un vaso di trenta centimetri di diametro. Man mano che accanto alla pianta madre spunteranno altre piantine e si creerà un folto cespuglio, dovremo aumentare le dimensioni del vaso oppure dividere le piante.

È meglio utilizzare i vasi di plastica perché hanno due vantaggi: sono più leggeri e maneggevoli e trattengono meglio l’umidità. 

In questo periodo si trovano in commercio strelitzie fiorite in vasi di dimensioni ridotte. Ci converrà aspettare la fine della fioritura, cioè la primavera inoltrata, per rinvasarle in un vaso più largo.

Moltiplichiamola

Possiamo ottenere nuove piante a partire dai semi oppure dalle piantine che crescono alla base delle piante più grandi, cioè per divisione dei cespi.

Visto che da noi la pianta non produce semi (perché mancano le nettarine, gli uccelli che impollinano i suoi fiori) questi li dobbiamo per forza acquistare (una bustina costa circa 5 euro). I semi vanno seminati in primavera. 

Interriamoli a circa due centimetri di profondità in un vaso riempito con del buon terriccio e sistemato al sole. 

Manteniamo il terreno sempre umido. Alla fine dell’estate, quando le piantine saranno alte circa dieci centimetri, trapiantiamole in vasetti singoli del diametro di dieci centimetri. 

Un anno dopo rinvasiamole in un vaso più grande. Partendo dal seme dovremo però armarci di pazienza e aspettare circa cinque-sei anni per avere piante fiorite.

La divisione

Per avere nuove piante a partire da un unico cespuglio basta invece dividere le giovani piante dalla pianta madre nel momento in cui la rinvasiamo. Afferrandole bene alla base cerchiamo di staccarle dalla madre senza però rompere le radici carnose. Se è necessario utilizziamo un coltello affilato, pulito e disinfettato, per dividere le piante nel punto in cui sono attaccate tra loro. Piantiamo poi le piante così ottenute in dei vasi riempiti con terriccio nuovo.

⇒ Strelitzia reginae
⇒ Le specie

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