Curiosità sul girasole
Clizia era una ninfa innamorata di Apollo, dio del sole: quando si accorse che il dio la trascurava per recarsi da Leucòtoe, figlia di Orcamo, re degli Achemenidi, gelosa della fanciulla, decise di rivelare al padre l’unione di sua figlia con il dio del sole, e questo la fece seppellire viva. Apollo, però, perduta l’amata Leucòtoe, non volle più vedere Clizia, la quale, perciò, cominciò a deperire, rifiutando di nutrirsi e bevendo solamente la brina e le sue lacrime. La ninfa trascorse il resto dei suoi giorni seduta a terra ad osservare il dio che conduceva il carro del Sole in cielo senza rivolgerle neppure uno sguardo, finché, consumata dall’amore, si trasformò in un fiore, che cambia inclinazione durante il giorno secondo lo spostamento dell’astro nel cielo, e perciò è detto girasole.
Si chiama eliotropismo la capacità di alcune piante di orientare costantemente foglie o fiori verso il sole. Nel girasole questa capacità è particolarmente vistosa: i fiori “maturi” puntano sempre tutti a Est, dove sorge il sole, mentre quelli in via di formazione seguono il percorso del sole nel cielo orientandosi verso di esso. Durante la notte poi il fiore si rigira verso Est.
Questo meccanismo è reso possibile da alcune cellule motrici del pulvino, un segmento flessibile dello stelo posto sotto il bocciolo in combinazione con un processo ormonale. Grazie a questo movimento, il fiore può prendere la maggiore quantità di sole possibile e andare a maturazione. Una volta che i semi sono maturi, il ciclo si interrompe e il fiore rimane esposto costantemente verso est.
Lo chiamiamo fiore, ma in realtà si tratta di un’infiorecenza, ovvero di un insieme di fiori disposti a formarne uno solo, molto grande. La composizione prevede decine di fiori di cui solo quelli esterni dotati di un petalo (si chiamano ligule), mentre quelli interni formano il disco. I petali variano da un minimo di 17 a un massimo di 30, mentre i fiori interni possono essere 150 o più.
I fiori esterni sono sterili e hanno la sola funzione di attirare gli insetti per l’impollinazione, mentre quelli interni, di forma tubolare, sono fertili e destinati a produrre, ognuno, un seme.
Alla base del fiore, lungo il gambo, sono presenti molti peli rigidi che hanno lo scopo di difendere il fiore e i semi dai possibili predatori terrestri. Al fiore si giunge solo via area; sono infatti le api che lo impollinano.
La disposizione dei fiorellini all’interno del disco non appare casuale. I fiori infatti sono disposti secondo due spirali concentriche, una che si sviluppa in senso orario e una in senso antiorario. Di solito possiamo contare 34 spirali in un senso e 55 nell’altro; nei fiori più grandi si possono trovare 89 spirali in un senso e 144 nell’altro.
Il rapporto tra questi numeri (34-55 e 89-144) rispondono a quella che i matematici chiamano sezione aurea, ovvero una costante numerica rappresentata con la lettera greca fi, oggetto di studio fin dai tempi più antichi e che pare sia stata utilizzata dal Fidia (da cui l’adozione della lettera fi) per studiare le proporzioni delle statue dell’Acropoli di Atene.
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