Il Cotogno del Giappone
Tra le piante più precoci e certamente tra quelle che non passano inosservate, il cotogno giapponese, che qualcuno chiama fior di pesco, è un arbusto dai bei fiori rossi o aranciati che annuncia in maniera splendida l’arrivo della primavera.
Il suo nome scientifico è Chaenomeles japonica ed è un arbusto di origine asiatica adatto sia come soggetto singolo, sia per formare siepi; è disponibile in svariati ibridi.
Si tratta di una pianta estremamente rustica, adatta per giardini anche piccoli e apprezzata da quanti possono dedicare un limitato tempo alla cura del verde.
La sua fioritura, che avviene appena la temperatura volge al bello, segna in modo inconfondibile la fine dell’inverno (ma non delle gelate a cui peraltro appare insensibile). Come la forsizia e la magnolia japonica, segna un deciso cambio della stagione e riesce, con il suo colore, a illuminare il giardino, diventando l’indiscusso protagonista di queste settimane.
I suoi fiori, simili a quelli del melo, ma ben più numerosi e dal colore più intenso, appaiono sui rami ancora privi di foglie e sono perciò ancora più vistosi. Poco ramificato, ma spesso ricoperto di spine, questo arbusto ha una crescita lenta e può essere coltivato, oltre che ad alberello, in modo che ricopra una grata o una parete.
Verso la fine della fioritura appaiono le foglie e, nella tarda primavera, anche dei piccoli frutti, simili a delle mele cotogne, ma più piccoli. Sono commestibili, anche se il gusto è acidulo e un po’ allappante. Si mangiano normalmente dopo cottura e possono servire per creare composte oppure per arricchire quelle di altra frutta sfruttando l’alto contenuta di pectina.
Come coltivarlo
Il cotogno del Giappone è una pianta molto rustica che non richiede alcuna particolare attenzione; la sua coltivazione risulta molto semplice perché tende ad accontentarsi di ciò che trova. Potature, concimazioni, irrigazioni sono ridotte al minimo e anche chi non dispone del classico “pollice verde” può ottenere da questa pianta grandi soddisfazioni.
Viene venduta sempre in vaso; per questo possiamo trapiantarlo in piena terra o in vaso praticamente tutto l’anno, facendo eccezione per i periodi più freddi, quando il terreno è gelato, e quelli più caldi quando le piante sono soggette a invitabile stress idrico e termico.
Il momento migliore per piantarlo è, come per qualdiasi arbusto, il mese di ottobre; così facendo la pianta avrà tutto l’inverno per attecchire ed affrancarsi bene senza bisogno di alcuna cura. Già dalla prima primavera potrà vegetare e fiorire.
Se l’acquistiamo in queste settimane (scegliamo una pianta di due anni), lasciamola acclimatare nel nostro giardino per una settimana prima di interrarla. Quindi facciamolo senza toccare il pane di terra, pena l’interruzione della fioritura.
Scegliamo una posizione assolata o dove il sole possacolpirla per qualche ora al giorno. L’esposizione influenza direttamente la fioritura.
Per il trapianto valgono le solite raccomandazioni: sassi sul fondo della buca come strato drenante e terra mescolata a un paio di manciate di letame pellettato. La terra del giardino va normalmente bene, ma se temiamo che possa essere un po’ calcarea, aggiungiamo alla terra della torba acida. Lasciamo una piccola conca alla base della pianta per raccogliere l’acqua e favorire l’attecchimento. Ci basterà bagnare due-tre volte al mese, regolandoci secondo la temperatura. Questa precauzione è importante nei primi due anni: poi la pianta, una volta attecchita, si accontenterà delle piogge e dovremo intervenire solo in caso di prolungata siccità.
Potiamo la pianta dopo la fioritura oppure dopo la maturazione dei frutti (a novembre); obiettivo della potatura è dare all’arbusto un aspetto più ordinato. Per migliorare la densità della pianta, ci basterà, nei primi due anni tagliare dopo la fioritura i rami più giovani lasciando soltanto due gemme per ramo.
Come moltiplicarlo
Possiamo moltiplicare il cotogno utilizzando i semi che si trovano nei frutti maturi. I semi vanno posti in una vaschetta (come quella in cui è venduta la frutta e la verdura) riempita di sabbia umida. Copriamoli con la sabbia e lasciamo il nostro semenzaio all’esterno per tutto l’inverno controllando che la sabbia rimanga umida. La germinazione è lenta, ma a primavera avremo ottenuto diverse piantine da lasciar irrobustire in vaso per due inverni prima di metterle in piena terra.
Possiamo moltiplicare la pianta anche per talea; per questo dobbiamo utilizzare ad agosto i rami laterali semilegnosi. Realizziamo delle talee di circa 10 cm di lunghezza e inseriamole in un terriccio leggero. Copriamo le nostre talee con un sacchetto di plastica trasparente bucato per mantenere alta l’umidità e conserviamole in una posizione luminosa, non colpita dal sole. Lasciamo irrobustire le nostre nuove piantine per tutto l’inverno prima di metterle stabilmente a dimora in giardino.
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