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L' anturio

L’Anthurium è una pianta originaria dell’America del Sud, Colombia e Brasile, coltivata per la bellezza delle sue vistose spate floreali, rosse brillanti e per il fogliame, altrettanto decorativo. Il nome Anthurium deriva da due parole greche che significano “fiore con la coda”, per la particolarità dell’inflorescenza formata da una vistosa brattea con al centro uno spadice sul quale sono inseriti i piccoli fiori non appariscenti. È la classica pianta “da regalo”, che rischia di non sopravvivere nell’ambiente domestico se non opportunamente collocata e curata. Abituata a climi tropicali, caldi e umidi, deperisce in fretta con l’atmosfera generalmente secca delle nostre case. Correttamente posizionata, invece, si sviluppa e produce nuove inflorescenze di grande effetto che possono anche essere recise e conservate in acqua per diverse settimane. La stessa pianta può essere coltivata con successo in idrocoltura.

Il terreno e il vaso ideali

Il terreno migliore è costituito da tre parti di torba e una parte di sfagno tritato mescolato con un po’ di terriccio e di carbone vegetale. Il terriccio del vaso in cui viene venduta la pianta è generalmente ideale, ma è evidente che nel rinvaso non possiamo utilizzare una miscela così particolare. Utilizziamo allora un terriccio per piante verdi scelti tra quelli di qualità, senza lesinare sul prezzo. È importante che il terriccio sia ricco di materia vegetale (torba), goda quindi di una buona ritenzione idrica, ma sia anche estremamente permeabile, non favorisca cioè i ristagni. 

Possiamo tenerla nel vaso originale fino a primavera. Quando la rinvaseremo, a marzo-aprile, useremo un vaso appena più grande e un terriccio come già descritto, evitando comunque di rompere troppo il pane di terra, ma semplicemente incidendolo lateralmente per favorire l’espansione delle radici. Prepariamo comunque il vaso con uno strato di drenaggio (ghiaia o argilla espansa) più alto del sottovaso. Questo per impedire che l’acqua che si deposita nel sottovaso possa rientrare a bagnare la terra. Il rinvaso va normalmente effettuato ogni due-tre anni, a primavera.

Durante la bella stagione, da aprile a tutto settembre, è utile fornire alla pianta un concime liquido per piante verdi, ogni due settimane, mescolato all’acqua delle innaffiature. Durante l’inverno possiamo limitare le concimazioni a una volta al mese con dosi dimezzate.

La posizione

La luce è molto importante, dal momento che la pianta ama una posizione luminosa, ma non gradisce il sole diretto che tende a prosciugarla rapidamente. Mettiamo dunque la nostra pianta davanti a una finestra dove il sole sia filtrato da una tenda leggera. Prevediamo che, nella bella stagione, la luce che entra dalla finestra possa essere eccessiva: ce ne accorgiamo perché le foglie, pur rimanendo verdi brillanti, tendono ad arricciarsi. Ci basterà spostare la pianta un poco più lontano dalla finestra per rimediare al problema. Da maggio potremo anche metterla all’aperto sistemadola in una posizione non colpita dal sole. 

Elevata umidità

Come tutte le piante di origine tropicale, anche l’Anturio beneficia di un’elevata umidità ambientale (non meno del 60%). In casa possiamo usare un umidificatore o mettere la pianta sopra un ampio sottovaso in cui lasceremo sempre un po’ d’acqua che, evaporando, mantenga umido il fogliame.

Possiamo anche nebulizzare dell’acqua non calcarea sul fogliame.

Il terriccio deve mantenere sempre una minima umidità. Annaffiamo la pianta con regolarità, ma sempre aspettando che la superficie del terreno appaia asciutta prima di bagnare di nuovo.

Con la bella stagione il fabbisogno di acqua aumenta col crescere della temperatura: non lasciamo seccare completamente il terreno.

Infine, nella coltivazione in casa, evitiamole le correnti di aria fredda: potrebbero farla avvizzire rapidamente.

Una pianta che pulisce l’aria

L’anturio è una sorta di leader nella purificazione dell’aria domestica e solo per questo varrebbe la pena averne almeno un esemplare in casa. Ha il primato nell’assorbimento dell’ammoniaca (10

microgrammi/ora rimossi). Questa bella pianta è molto attiva anche nella pulizia di altre tossine normalmente presenti nei nostri ambienti e dannose per il nostro apparato respiratorio: parliamo di xilene e toluene (8 microgrammi) presenti in alcuni detersivi e nelle colle dei mobili.

Diverse specie

Nei vivai più forniti possiamo trovare diverse specie di questa pianta, tutte con analoghe esigenze colturali. 

Anthurium scherzerianum: è l’anturio più diffuso, con spate lunghe e colorazione della brattea che va dal rosso al rosa all’arancione e foglie lunghe e brillanti. 

Anthurium crystallinum: è caratterizzato da foglie molto grandi vellutate di colore verde scuro con nervature argentee; le spate sono verdi. 

Anthurium veitchii: molto particolare, ha foglie molto grandi di colore verde azzurro che possono arrivare a 90 cm di lunghezza, con nervature infossate. Le spate sono di colore giallo-verdi. 

Anthurium andreanum: disponibile in diverse varietà, a seconda del colore delle spate (bianche, rosa, rosse o gialle), ha foglie carnose di colore verde intenso, lucide.

E non finisce qui

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