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Il cardo

Cynara cardunculus – Asteracee
Tipo: perenne

Originario del bacino del Mediterraneo, è una pianta perenne che può crescere anche spontanea. Viene altresì coltivata come annuale. Strettamente imparentata con il carciofo, a cui, attraverso lunghe selezioni fatte degli agricoltori, ha dato origine, è una pianta rustica, in grado di resistere anche al freddo intenso. È caratterizzata da un robusto e profondo apparato radicale che si può spingere fino a un metro di profondità. Le foglie, di colore verde grigio, hanno una nervatura centrale molto sviluppata e carnosa e possono, secondo la varietà, presentare delle spine. Queste caratterizzano anche le varietà disponibili, tra cui il Cardo di Romagna e il Cardo d’Asti, privi di spine, il Cardo gigante di Romagna e il Cardo di Chieri, spinosi.

Temperatura ideale
20 – 30° C

Tempo semina/raccolto
120-150 giorni

Produzione media/mq
1,5 – 2 kg

Semina: possiamo seminare il cardo direttamente nell’orto ad aprile. Il modo ideale è creare una fossa profonda circa 20 cm e mettere sul fondo del letame maturo o del compost da coprire con poca terra. In questo strato creiamo le postarelle di semina. In ogni postarella metteremo tre semi. La germinazione avviene lentamente: da 10 a 30 giorni, secondo il clima. Quando le piantine saranno sufficientemente grandi da poter essere maneggiate, procederemo a un diradamento in modo da scartare le piantine più deboli. In alternativa possiamo seminare in semenzaio utilizzando i vasetti o le cellette e trapianteremo le piantine alla fine della primavera.

Tempo di germinazione
10-30 giorni

Temperatura germinazione
5° C

Profondità seme
1 cm

Trapianto: se abbiamo seminato in semenzaio possiamo trapiantare le piantine più robuste alla fine della primavera rispettando i sesti d’impianto. Mettiamo alla base di ogni buca del letame o della composta matura. Possiamo anche usare i carducci, ovvero i germogli che crescono alla base della pianta.

Distanza sulla fila
50 cm

Distanza tra le file
100 cm

Numero piante/mq
4

Concimazione di base: con letame o composta matura durante a lavorazione del terreno, prima della semina o del trapianto.


Concimazione di copertura: a luglio distribuiamo del concime azotato per favorire lo sviluppo fogliare


Irrigazione: annaffiamo quanto basta ad evitare che il terreno si asciughi completamente, ma non bagniamo le foglie per non indurre la diffusione di possibili malattie fungine.

Cure: durante la coltivazione dobbiamo provvedere a frequenti sarchiature per alleggerire la parte superficiale del terreno e renderlo più permeabile. Con l’occasione eliminiamo tutte le infestanti che entrano in competizione con le giovani piante. Un mese prima della raccolta (settembre-ottobre) rincalziamo le piante rimettendo nella fossa la terra che avevamo prelevato per scavarla e che abbiamo conservato lungo i bordi.
Importante è l’imbiancamento che consiste nel legare la pianta avvolgendovi un cartone. Queste rende le coste più chiare e croccanti, più tenere e gustose.

Raccolta: la raccolta si effettua quando le coste delle foglie sono completamente imbianchite, normalmente intorno a ottobre-novembre. Se abbiamo utilizzato varietà resistenti al gelo, possiamo lasciare le piante anche durante i mesi invernali, proteggendole dal gelo con della paglia stesa sul terreno intorno ai fusti. Come per le verze, il gelo ne rende più croccanti e appetitose le coste che sono la parte edibile della pianta.

Parassiti/malattie: afidi, oidio, peronospera


Vicino a: carota, cipolla, lattuga, ravanello, spinacio

Lontano da: –

Non deve seguire: –


Varietà: 
Bianco avorio, Gigante d’Ingegnosi, Gigante di Lucca, Gigante di Romagna, Gigante inerme, Gobbo di Nizza, Pieno inerme

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