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Il mirtillo nero americano

Il mirtillo rappresenta da secoli un prezioso alimento e medicamento, diffuso nelle regioni montane dell’Italia settentrionale e centrale fino all’Abruzzo dove cresce allo stato spontaneo. Molto apprezzato dai popoli nordici, tanto che in Scozia e in Irlanda si celebra addirittura la “domenica del mirtillo”, dedicata alla raccolta delle bacche, questo frutto è diffuso in tutta Europa dove è appprezzato per la produzione di marmellate, gelatine, ma anche liquori.
Nel Nord America i mirtilli facevano parte dell’alimentazione degli indiani che li consumavano freschi o essiccati; presso i Delaware il mirtillo rosso era considerato un simbolo di pace ed era normalmente impiegato per tingere corpi e tappeti.

Le specie


Il genere Vaccinium a cui appartiene comprende circa 130 specie di cui alcune oggetto di coltivazione.
Il mirtillo nero (Vaccinium myrtillus), pianta spontanea in Europa, alta non più di 40 cm. Fiorisce in maggio e fruttifica in luglio-agosto con bacche nere ricoperte da una sottile pruina. Possiamo trovarlo sulle Alpi e gli Appennini fino all’Abruzzo fino a quota 2.000 metri.
Il mirtillo rosso ( Vaccinium vitis idaea), anch’esso spontaneo, sempreverde, con fiori bianchi o rosa riuniti in grappoli. Le sue bacche sono rosse, amarognole, leggermente acide. È presente sulle Alpi e sull’Appennino settentrionale.
Mirtillo blu (Vaccinium uliginosum), non più alto di 25 cm e a foglia caduca. Dopo la fioritura con fiori bianco-rossi, produce bacche bluastre pruinose, piuttosto insipide.
Mirtillo gigante americano (Vaccinium corymbosum), spontaneo nell’America settentrionale, deciduo, molto rustico e con fiori bianco-rosati. È un arbusto le cui dimensioni variano da 1 a 4 metri di altezza, caratterizzato da bacche disposte in grappoli di colore nero-azzurro.

Le varietà oggi disponibili sono per lo più il risultato dell’incrocio di alcune specie particolari quali il Vaccinium macrocarpon ( Cranberry o Bacca delle gru), il già citato mirtillo americano o il Vaccinium australe (Southeastern blueberry).

La pianta

Il mirtillo gigante americano, il più diffuso anche nel nostro Paese, è un arbusto molto apprezzato per la quantità e la qualità dei suoi frutti. Può raggiungere 4 metri di altezza, ma lo si mantiene più basso con le potature; è molto ramificato e sostiene delle foglie ovali piccole, più chiare nella parte inferiore e un poco seghettate, che diventano prima rosso porpora e poi gialle in autunno. I fiori, piccoli e solitari, sono di colore bianco con sfumature rosa; appaiono all’ascella delle foglie in maggio e sono subito seguiti dai frutti, la cui maturazione avviene in luglio-agosto.

Come coltivarli


Il mirtillo è una pianta un po’ esigente in fatto di terreno. Niente di complicato, ma il terreno di coltivazione deve avere un pH compreso tra 4 e 5,5. Preferisce terreni poco lavorati e mostra di apprezzare appezzamenti incolti, vergini, appena disboscati. Non tollera il calcare, nemmeno quello presente nell’acqua di irrigazione ed esige un drenaggio perfetto. L’acqua piovana, assolutamente da preferire nella coltura di questo frutto, deve poter defluire in breve tempo senza lasciar alcuna forma di ristagno. Per quanto concerne la concimazione, conviene utilizzare letame maturo all’atto della messa a dimora, sistemandolo sul fondo della buca ricoperto da uno strato di terra, oppure si può utilizzare torba acida in corso di coltura da distribuire in abbondanza nel sotto chioma.

La raccolta

La raccolta si effettua a luglio-agosto. Si staccano le singole bacche con le mani o utilizzando un apposito pettine; benché sia stato inventato un sistema meccanizzato, le poche colture specializzate utilizzano preferibilmente un sistema di raccolta manuale.

Moltiplicazione


I metodi di riproduzione del mirtillo sono diversi. In settembre, ad esempio, è possibile motiplicarlo per propaggine, scegliendo uno o più fusti basali sufficientemente lunghi e giovani e costringendoli in posizione prostrata. È sufficiente con un coltello incidere leggermente il fusto e interrarlo per pochi centimetri per indurre la produzione di nuove radici. Dopo uno o due anni le propaggini possono essere staccate dalla pianta madre e piantate stabilmente.

È anche possibile prelevare delle talee, in luglio, e piantarle in un miscuglio di torba e sabbia in parti uguali. Quando le talee hanno radicato, si invasano in contenitori di 7-8 centimetri di diametro in cui siano poste due parti di terricio da giardino, due parti di torba e una parte di sabbia grossolana. Nel mese di ottobre le piantine vanno ripicchettate in vivaio e lasciate irrobustire per due-tre anni prima della messa a dimora.

E non finisce qui

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