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Ortensia - Hydrangea macrophylla

Arbusto perenne amante dell’ombra e del terreno normalmente umido. Fiorisce da maggio a ottobre. Può essere coltivata in piena terra e in vaso. Classificata come acidofila, si adatta a qualsiasi terreno, anche alcalino mutando il colore dei fiori dal rosa pallido al blu, al viola. Richiede una semplice potatura prima dell’inverno (o prima della sua fine) e tollera la calura estiva come il gelo invernale. La sua coltivazione è facile.

In breve

Nome scientifico: Hydrangea macrophilla
Famiglia: Hydrangeacee
Origine: Giappone
Tipo di pianta: arbusto rustico
Altezza: fino a 2,4 metri
Larghezza: fino a 3 metri
Fioritura: dall’inizio di primavera all’inizio di autunno 
Esposizione: mezz’ombra
Terreno: fertile, umido, ma ben drenato
Acqua: abbondante per mantenere il terreno umido, ma senza ristagni
Resistenza al freddo: resistente al freddo
Moltiplicazione: per talea in agosto

Il suo nome botanico è Hydrangea hortensis con cui si indica la specie coltivata (il termine hortus in latino indica un’area coltivata in contrapposizione a “silva” che è una zona rustica, selvaggia).

È da hortensis che deriva il nome comune di Ortensia; la specie più diffusa, la macrophylla (nota anche come opuloides) è quella caratterizzata da grandi fiori globosi. Particolarmente utilizzata per decorare i giardini del Nord Italia, in virtù della sua resistenza al freddo, la sua capacità di fiorire in condizioni di scarsa luce e la sostanziale rusticità, la macrophylla prevede due gruppi ben identificabili.

Il gruppo Hortensia vero e proprio in cui i fiori sono aperti a formare un insieme globoso, e il gruppo Lace, in cui il corimbo (cioè l’infiorescenza nel suo insieme) ha un aspetto più piatto e i fiorellini più esterni sono completamente aperti mentre quelli centrali sono ancora chiusi. Esistono oltre 40 specie di Hydrangea, tutte per lo più rustiche, con caratteristiche leggermente diverse tra loro.

Coltivate in Cina e Giappone da tempi antichissimi, arrivarono nei nostri giardini solo nel XVIII secolo. La prima ad essere coltivata in Europa fu l’americana Hydrangea arborescens giunta nel 1736, a cui seguirono,un secolo più tardi, le specie asiatiche.

La posizione ideale

L’ortensia ama la mezz’ombra: il sole diretto, benché tollerato, comporta un maggior consumo di acqua e irrigazioni frequenti, quasi giornaliere, specialmente nei primi di anni di vita. Una posiizone rivolta a Nord o dove il sole giunge solo al mattino è ideale. 

Il terreno

L’ortensia si adatta a qualsiasi tipo di terreno, sia esso alcalino o acido. Come per qualsiasi arbusto, il periodo ideale pe ril trapianto è l’autunno (così da poter godere dell’umidità del terreno per tutti i mesi invernali), ma possiamo metterla a dimora in qualsiasi perido dell’anno, fatta esclusione per le settimane più calde e quelle più fredde, rispettando il pane di terra. 

Qualche giorno prima di piantarla, bagniamo generosamente il terreno che la ospiterà, in questo modo l’ortensia si adatterà più facilmente al nuovo ambiente ed emetterà più velocemente nuove radici. 

Nella preparazione della buca d’impianto, assicuriamo il drenaggio mettendo sassi e ghiaia sul fondo e arricchiamo il terreno del giardino con letame pellettato. Alla ripresa vegetativa, a marzo, distribuiamo nuovo letame pellettato nel sottochioma per facilitare la produzione di foglie e fiori.

L’irrigazione

L’Hydrangea è tra le piante che “bevono” di più. Per questo è bene che sia posizionata dove il terreno è normalmente umido e compensare la temperatura con apporti regolari di acqua. In vaso la frequenza deve essere maggiore. Le piccole piante coltivate in vaso beneficiano di un’irrigazione per immersione ogni due settimane (lasciando il vaso per un quarto d’ora inun catino pieno d’acqua), specialmente durante le settimane più calde.

In vaso

L’ortensia si può coltivare facilmete anche in vaso. Trapiantiamola dopo l’acquisto in un contenitore appena più grande, di dimensioni tali da assicurarle la necessaria stabilità. 

Creiamo uno strato di drenaggio con ghiaia o argilla espansa e impieghiamo terreno universale o per acidofile arricchito con due manciate di letame pellettato o un concime a lenta cessione per piante da fiore. 

Particolare cura dovremo prestare all’irrigazione: in vaso il terreno si asciuga rapidamente e dovremo fornire alla pianta acqua in modo regolare e abbondante per assicurarle un terriccio sempre umido. A fine ottobre, potiamo la pianta come faremmo con quelle in piena terra. 

Se teniamo la pianta in un posto coperto, controlliamo di tanto in tanto che il terreno rimanga umido ed eventualmente annaffiamo poco. A marzo, quando appaiono le prime gemme, torniamo ad annaffiare. Se la pianta cresce normalmente, è possibile che sia necessario rinvasarla ogni anno, a primavera, utilizzando un contenitore appena più grande.

La potatura

Possiamo potare l’ortensia a ottobre oppure a febbraio, prima del suo risveglio vegetativo. L’ortensia presenta due tipi di fusto: quello che ha già fiorito e che presenta quindi, tolto il fiore, una coppia di gemme o foglie appaiate, e uno che invece presenta una gemma apicale. 

Il secondo tipo di fusto non va tagliato, mentre il primo può essere tagliato a 20-30 cm dal terreno con un taglio orizzontale un centimetro circa sopra la coppia di gemme. Da queste gemme (o dall’ascella delle foglie) spunteranno a primavera nuovi getti fioriferi.

La moltiplicazione

L’ortensia si moltiplica facilmente per talea. Agosto è il mese ideale per moltiplicare piante di ortensie particolarmente rigogliose.  Per questo si prelevano talee di 10-15 centimetri di lunghezza da rami non fioriferi e si piantano in un vaso da tenere in posizione riparata a mezz’ombra.

In autunno le talee, ormai radicate, si possono trapiantare in vasi singoli, di circa 8-10 cm di diametro, da conservare in luogo non troppo freddo in modo che superino l’inverno senza risentire degli attacchi climatici. A primavera si possono già mettere a dimora.

E non finisce qui

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