La Rosa canina
È in qualche modo la “madre delle rose” e i botanici ci insegnano che le tre più
belle varietà di rosa esistenti (la Centifolia, la rosa Bianca e la rosa Damascena) derivano dalla rosa canina.
Deve il suo nome alla credenza medievale secondo la quale la sua radice aveva il potere di guarire dalla rabbia provocata dal morso di un cane ammalato.
In medicina la rosa ebbe un tempo un largo utilizzo e nel secolo scorso vi fu chi giunse ad affermare che avrebbe potuto essere il medicamento ideale per tutti i malanni.
Le rose sono piante molto antiche ed i fossilli nei quali sono state identificate risalgono al periodo Terziario (da 65 a 2 milioni di anni fa) più antico. Nella tomba di Tutankhamen sono stati ritrovati mazzi di rose ancora intatti; erano stati deposti dalla sposa del re bambino più di trenta secoli fa, in segno del suo amore.
C’era una volta
Già ai tempi di Dario, i medici persiani tenevano in gran conto la rosa attribuendole la capacità di guarire dalla tubercolosi e lo stesso Dario, vincitore delle più dure battaglie, concludeva il suo pasto di guerriero con un dolce a base di rosa e miele.
I Greci possedevano già molte varietà di rose che restano a noi sconosciute ed
inoltre facevano un gran consumo dei suoi fiori per rallegrare le loro feste, cerimonie e manifestazioni religiose.
La rosa era anche conosciuta per essere un buon afrodisiaco: gli antichi Romani usavano ricoprire il letto nuziale di petali di rosa, usanza poi degenerata nell’uso dei petali di rosa durante i festeggiamenti del matrimonio; il profumo estratto dai suoi fiori era riservato esclusivamente ai re.
Definita la più bella decorazione della Terra, o più banalmente “la regina dei fiori”, secondo gli antichi poeti (Plinio, Ippocrate, Virgilio) la rosa esisteva un tempo soltanto nel colore bianco e divenne poi rossa per essere stata a contatto col sangue di una ferita della dea Venere.
I Turchi la chiamano ancora oggi An-ghul, due parole cui corrisponde il significato di “Fiore di Venere”.
In medicina ebbe un tempo un largo utilizzo: i petali venivano usati contro la
diarrea, si utilizzavano per preparare gargarismi contro il mal di gola, nei bagni ed in caso di ferite difficilmente rimarginabili.
Com’è fatta la pianta
La rosa canina appartiene alla famiglia delle Rosacee ed è diffusa in Europa,
Asia occidentale, Africa e America, sempre nel solo emisfero settentrionale.
Cresce in tutta Italia, ma preferibilmente nelle regioni settentrionali temperate ed è un arbusto alto fino a tre metri, molto pieno di rami che differisce dalle altre specie di rose selvatiche per il suo fusto quasi diritto.
Tutto il fusto, i rami e la prima parte delle foglie sono provvisti di spine pungenti ricurve e molto robuste. Le foglie sono costituite da 5-7 foglioline ovali, dentate.
Il fiore, che sboccia tra maggio e giugno, ha una corolla a cinque petali profumati di colore rosa di varie intensità.
I frutti di rosa canina, come quelli di tutti il genere rosa, per la loro particolare forma ovale vengono chiamati cinorrodi; maturano in settembre- ottobre e resistono fino al principio dell’inverno. Questi frutti sono in realtà dei falsi frutti costituiti da una parte carnosa di colore rosso vivo che contiene i veri frutticini (erroneamente chiamati semi o semplicemente noccioli) di colore giallo scuro, ovali, di 5 cm di lunghezza. All’interno dei frutticini si formano i veri semi.
È tra le piante più longeve e, benché si tratti solo di un arbusto, può vivere 300 anni.
Come coltivarla
La rosa canina cresce nelle siepi e nei boschi e nelle macchie dalla pianura fino a 1.500 metri. Se la pianta è isolata, tende ad espandersi e ad assumere una forma rotondeggiante. Negli arbusti, invece, si ramifica poco e tende a svilupparsi verso l’alto.
Mette radici in profondità e ricerca la luce. Per ottenere nuove piante di rosa canina dobbiamo partire dai semi che per schiudersi e germinare necessitano di tempi lunghi e condizioni particolari. Se la seminiamo adesso, infatti, la germinazione avverrà la prossima primavera o anche l’autunno successivo.
La rosa canina necessita quindi di circa due anni dalla semina prima di arrivare a fioritura. Raccogliamo i frutti tra ottobre e novembre quando non sono più turgidi ma si ammorbidiscono e si allenta la pellicina esterna che li ricopre. Spappoliamo i frutti maturi dividendo i frutticini dalla polpa (che possiamo usare per deliziose marmellate): il frutticino è pronto per la semina. Questa pianta ha bisogno di almeno sei ore di sole al giorno e un terreno ricco e ben drenato. Annaffiamola almeno due volte alla settimana nei primi tre anni e concimiamola con letame maturo o un concime organico ad ogni inizio di primavera.
Non ha bisogno di potature, ma, per prolungare le fioriture, tagliamo i fiori appena sfioriti assieme un pezzetto di gambo. Eliminiamo anche il vecchio legno che abbia già prodotto fiori, recidendolo a circa dieci centimetri dalla base. Ad aprile facciamo un trattamento fungicida per prevenire le principali malattie.
Le sue virtù
In fitoterapia si utilizzano i frutti, le foglie e i petali della rosa canina. I frutti hanno proprietà ricostituenti in tutti gli stati di carenza di vitamine per la grande quantità di Vitamina C che contengono: venti volte più delle arance.
Sono quindi particolarmente indicati per aumentare le difese del nostro organismo in caso di malattie infettive ed anche per prevenirle.
I frutti hanno, inoltre, il potere di depurare vescica e reni, ed essendo la loro parte interna molto pelosa, hanno la proprietà di provocare prurito e quindi sono usati per produrre polvere che provoca starnuti.
I frutti hanno la capacità di combattere i vermi intestinali soprattutto degli animali. Le foglie e i petali hanno la proprietà di far cicatrizzare le piccole ferite della pelle e sono utilizzati per curare la diarrea.
I petali sono ottimi per curare le infiammazioni degli occhi.
In cucina con i frutti si fanno marmellate e gelatine mentre i petali di rosa si possono utilizzare freschi per guarnire insalate miste alle quali donano un profumo delicato ed un aspetto gradevole. Si preparano dolci con il purè dei frutti di rosa e con lo sciroppo ricavato dalle foglie. Con i frutti si prepara un infuso con un gradevole sapore dolce-acidulo mentre le foglie sono usate come surrogato del caffé.
L’acqua distillata di rose è molto usata come lozione per pelli delicate e, se usata per lungo tempo, ha il potere di rendere la pelle trasparente, liscia e tonificata. Può tranquillamente sostituire i tonici per la pelle normalmente in commercio.
E non finisce qui
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