Le eriche
In questo periodo i garden center e persino il supermercato ci propongono l’erica fiorita, una bella pianta cespugliosa che ha il pregio di fiorire proprio con il freddo invernale.
In particolare, in queste settimane possiamo facilmente trovare l’Erica carnea, l’Erica gracilis e la Calluna vulgaris, piante molto simili tra loro, tanto da identificarle tutte come Erica, anche se appartenenti a generi diversi.
Infatti, parlando di questa pianta, dovremmo parlare di eriche: la famiglia è la stessa (Ericacee), ma il genere di appartenenza diverso.
Si tratta della Calluna, la cui unica specie è la vulgaris, la Daboecia, la cui specie più diffusa nel nostro Paese è la cantabrica e l’Erica vera e propria.
Quest’ultima poi prevede diverse specie diffuse nella nostra penisola.
Alcune fioriscono in inverno come l’Erica carnea, l’Erica gracilis e l’Erica hyemalis, altre preferiscono la primavera come l’Erica australis ed altre ancora che fioriscono in estate-autunno come l’Erica cinerea, l’Erica terminalis e l’Erica vagans. Le colorazioni variano dal bianco al porpora, passando per tutta la gamma dei rosa.
Si tratta tutte di piante molto rustiche che possiamo trovare anche allo stato spontaneo nei nostri boschi o nelle radure e con cui possiamo facilmente arricchire i nostri vasi sul terrazzo oppure creare bordure in giardino.
Le possiamo conservare facilmente per molti anni purché forniamo loro il terreno ideale e manteniamo normalmente umido il substrato. Sono anche adatte per creare piccole composizioni autunnali di grande effetto e basso costo.
Dove piantarle
L’erica è un’ottima pianta tappezzante e possiamo pertanto utilizzarla in giardino per comporre aiuole ai bordi di cespugli più alti, in modo da creare contrasti di colore e controllare lo sviluppo delle infestanti. Messe vicine (40 cm una dall’altra) possono formare una larga macchia di altezza modesta, ma molto decorativa. Impieghiamo le specie acidofile (come la Calluna) come base delle aiuole in cui sono piantate camelie, gardenie o azalee, distribuendo, tra una piantina e l’altra, della torba acida che, oltre a nutrire il terreno, lo manterrà acido.
Un tappeto di eriche può anche sostituire il prato in punti dove non è agevole la manutenzione o dove il prato stenta a crescere. Data la loro rusticità , si prestano a colonizzare spazi dove difficilmente crescono altre specie: utili quindi nei giardini a bassa manutenzione, quelli normalmente trascurati e le zone meno curate del giardino.
L’erica, nelle sue diverse specie, è una pianta colonizzatrice: è tra le prime a insediarsi sui terreni devastati da un incendio; alcuni studi confermano il fatto che il fumo accelera in qualche modo la germinazione dei suoi semi permettendone un rapido insediamento in condizioni proibitive.
Le cure
È una pianta che ama la luce; il sole per qualche ora al giorno ne facilita la crescita e la fioritura. Piantata in giardino, verifichiamo soltanto l’acidità del terreno. Benché si tratti di una pianta che, nelle diverse specie, si adatta facilmente a qualsiasi tipo di terreno purché non calcareo, è bene prevedere una certa acidità che facilita comunque lo sviluppo della pianta. Per questo è utile distribuire sulla superficie del terreno, a mo’ di pacciamatura, della torba acida: non solo acidifica il terreno quanto basta, ma lo nutre in modo naturale.
È meglio invece evitare di concimare il terreno con letame. L’unico problema a cui può andare soggetta questa pianta è il marciume radicale che può essere facilitato dalla presenza di concimi organici.
L’erica cresce anche su terreni poveri e sassosi. Richiede una costante umidità del terreno, ma sempre senza esagerare; se il terreno fosse palesemente asciutto, annaffiamo, possibilmente al mattino. All’aperto è meglio evitare comunque di bagnare alla sera: in inverno l’acqua potrebbe ghiacciare danneggiando le radici.
In vaso
Nella coltivazione in vaso, possiamo utilizzare un contenitore appena più grande di quello originale e un terriccio composto per metà di terriccio universale e metà terriccio per acidofile. Importante, come al solito, è il drenaggio: creiamo uno strato di ghiaia o argilla espansa un poco più alto del sottovaso in modo da assicurare l’impossibilità di ristagni.
In una fioriera o una cassetta mettiamo le piante a una spanna di distanza una dall’altra per dar loro modo di espandersi facilmente. Trapiantiamole senza toccare il pane di terra e annaffiamo generosamente per facilitare l’attecchimento. Lasciate all’esterno, potremo controllare una volta alla settimane lo stato del terriccio, annaffiando solo se necessario.
In casa
Possiamo coltivare l’erica anche in casa. Per questo la specie più adatta è l’Erica gracilis che vive bene con temperature comprese tra 5 e 18°C. Utile perciò porla in una posizione luminosa, davanti a una finestra, ma lontano da termosifoni e fonti di calore. Pensiamo sempre che si tratta di piante da brughiera, amanti perciò di un clima fresco e umido. In casa potremmo avere un clima molto asciutto, cosa che fa deperire rapidamente la pianta. Aumentiamo l’umidità dell’aria ponendola su una largo sottovaso pieno di argilla sempre bagnata, usiamo gli umidificatori, nebulizziamo acqua non calcarea sul fogliame.
Non serve concimare, mentre, a differenza delle piante che vivono in esterno, è bene controllare ogni due-tre giorni che il terreno sia umido.
E non finisce qui
Raccontateci la vostra esperienza, inviate commenti e osservazioni; potremo arricchire l’articolo.
Hai trovato utili queste informazioni?
Clicca sulle stelle per esprimere un voto
Media 3 / 5. Numero di voti: 1
Nessun voto finora! Sii il primo a votare questo post.