Il ciclamino
Il ciclamino è una pianta velenosa, il suo tubero contiene una sostanza che, ingerita, può avere effetti anche mortali. Nell’antichità era soprannominato “amuleto”. Il filosofo – botanico Plinio il Vecchio raccomandava infatti di coltivarlo nel proprio orto o nel giardino di casa per allontanare gli influssi malefici; ma metteva anche in guardia le donne incinte dal calpestarne le radici per non correre il rischio di abortire.
Che il tubero del ciclamino contenesse sostanze abortive fu creduto, seppure erroneamente, per lungo tempo, tanto da rientrare tra le credenze della tradizione popolare.
Alcuni erano addirittura convinti, a torto, che quelle stesse sostanze fossero anche un potente antidoto contro il morso dei serpenti.
Teofrasto, botanico discepolo del filosofo Aristotele, credeva invece che favorisse il concepimento. La forma del fiore, il ripiegamento spirale del suo peduncolo (parte che sorregge il fiore) erano, secondo lui, segni indicativi di sessualità.
Il suo nome deriva dal greco antico e significa cerchio. Le prime specie ad essere conosciute furono il C. coum e l’europaeum, mentre il persicum che oggi è uno dei più diffusi, fu introdotto in Europa solo agli inizi del ‘600, ma la sua coltivazione su larga scala risale alla fine dell‘800.
Come si coltiva
Nonostante la loro rusticità, i ciclamini preferiscono una posizione ombrosa, al piede di grandi alberi, in modo da poter usufruire di un ambiente leggermente umido, ma allo stesso tempo protetto dei venti. Amano un terreno sciolto, ben drenato (ovvero dove l’acqua scorre facilmente senza ristagni). Nel caso di suolo troppo compatto dobbiamo alleggerirne la consistenza, aggiungendo torba o foglie, composto questo assai indicato anche come protezione durante la stagione invernale.
Sebbene fioriscano in epoche diverse, secondo la specie, mettiamo a dimora il tubero (soprattutto quello delle specie rustica) nel periodo di dormienza, cioè di riposo della pianta, in maggio-giugno. Piantiamo il tubero a 3-4 centimetri di profondità e ricopriamo con un composto di faggio, sabbia e concime organico.
Inizialmente le annaffiature devono essere modeste e via via aumentate senza però mai esagerare, alla ripresa della crescita. Una volta piantati e ben assestati, i ciclamini non devono essere più rimossi. Il tubero infatti, non ingrossandosi, non crea problemi di sovraffollamento.
Se acquistiamo delle piante in vaso, possiamo metterle in piena terra anche adesso, avendo semplicemente l’accortezza di non toccare il pane di terra per non disturbare la pianta in piena fioritura.
La moltiplicazione avviene facilmente per seme che si mette in vaso ad aprile-maggio o, per le piante in piena terra, quando dopo la fioritura il peduncolo fiorale (stelo che sorregge il fiore) si contorce fino ad avvicinare al terreno la capsula contenente i semi.
In casa
Dalla specie persicum derivano tutte le varietà a piccoli o grandi fiori che sono diventati tra le più comuni piante d’appartamento. Sono disponibili in diversi colori che vanno dal rosa chiaro al rosso porpora e al bianco e sono ormai apprezzatissime. Se le si cura con attenzione possono durare anni. I ciclamini amano l’ombra e dunque, anche in casa, collochiamoli in una posizione dove la luce arriva con moderazione e nei mesi più soleggiati, predisponiamo una schermatura.
Evitiamo di esporli a temperature troppo elevate, ad un eccesso di secchezza dell’aria e alle correnti d’aria. Poiché amano un terreno sempre fresco e leggermente umido, adottiamo un sottovaso e annaffiamo la pianta riempiendo il sottovaso di acqua; attendiamo mezz’ora prima di vuotare il sottovaso.
Evitiamo sempre di bagnare la parte superiore del tubero, per scoraggiare quelle pericolose umidità che sono terreno ideale per attacchi di funghi. Nell’acqua che mettiamo nel sottovaso possiamo, ogni due settimane, mettere anche del concime liquido per piante da fiore o per bulbose.
Al termine della fioritura concimiamo con fertilizzanti liquidi, poi sospendiamo qualunque somministrazione, anche d’acqua, e mandiamo a riposo la pianta per tutto il periodo estivo. Al suo termine la rinvasiamo e riprendiamo con le annaffiature in modo da riattivare lo sviluppo.
Se vogliamo comporre più piante in un unico contenitore, ci basterà utilizzare una ciotola bassa. Sono sufficienti due-tre piante per creare una bella massa. Lasciamo le piante un po’ distanti tra loro in modo da consentire al fogliame di espandersi liberamente: sarà tutto a beneficio della pianta.
Malattie e parassiti
I ciclamini possono essere attaccati da un batterio come l’Erwinia carotovora che determina il marciume del tubero. Per prevenirlo dobbiamo innaffiare moderatamente, disinfettare gli attrezzi che usiamo per la coltivazione, utilizzare sempre terriccio nuovo e buttare quello delle coltivazioni precedenti. Possono essere attaccati anche da un fungo: la Botrytis cinerea o muffa grigia che provoca il marciume delle foglie. Possiamo trattare con un prodotto fungicida, ma è sempre meglio prevenire il problema facendo attenzione alle condizioni ambientali.
E non finisce qui
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