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L'aconito napello

L’Aconitum napellus è molto diffuso, soprattutto nelle zone alpine, ed  è spesso coltivato anche nei giardini per la bellezza dei suoi fiori.

Forma infatti delle spighe fiorali alte fino a 150 cm e formate da numerosi fiori di colore blu-violetto cupo. Vive normalmente nei pascoli montani, su terreni ricchi di azoto, sui ghiaioni e tra le rocce a mezz’ombra, anche ad altitudini considerevoli.

Questa pianta, presente comunemente nei pascoli alpini, ha rappresentato per molto tempo, non riconosciuta per la sua tossicità, un serio pericolo per il bestiame.

Infatti non perde tossicità nemmeno quando viene essiccata; tagliata insieme al foraggio e mescolata al fieno, era causa di avvelenamento per il bestiame.

La sua tossicità deriva dalla presenza dell’aconitina, un veleno molto potente che agisce rapidamente anche in piccole dosi.  È tra le specie più velenose in Europa: bastano infatti 5 milligrammi per raggiungere la dose mortale.

Se ingerito, i suoi sintomi compaiono dopo 10-20 minuti: formicolio alle mani e ai piedi, sudorazione e brividi, secchezza della bocca. Seguono alterazioni del ritmo cardiaco fino alla fibrillazione ventricolare e all’arresto respiratorio.

Nei casi di avvelenamento più grave, questa tossina porta al coma e alla morte. L’aconitina inoltre può essere assorbita attraverso la pelle.

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