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Popillia Japonica

Originario della Cina e del Giappone, la Popillia japonica è un coleottero scarabeide che, nelle zone di origine, grazie ai suoi nemici naturali, è praticamente inoffensivo.

Nel 1916, insieme a una partita di bulbi di iris, le sue larve approdarono negli Stati Uniti dove, vuoi per la ricchezza di vegetazione, vuoi per la totale assenza di insetti antagonisti, si diffuse in modo allarmante, tanto che già due anni dopo il Dipartimento dell’Agricoltura statunitense (USDA) avviò un programma di eradicazione. Gli scarsi mezzi a disposizione all’epoca e la velocità di propagazione decretarono il fallimento di questo primo tentativo. Nel 1932 il coleottero infestava il Wisconsin, il Minnesota, l’Iowa, il Missouri, il Nebraska, il Kansas, l’Arkansas e l’Oklahoma; nel 1967 ben 19 Stati accusavano infestazioni gravi.

Il crescente volume di scambi commerciali ha fatto sbarcare il coleottero anche in Europa; in Italia è stato individuato per la prima volta nel 2014 nel Parco del Ticino, su entrambe le sponde, del Piemonte e della Lombardia.

I danni

Sia gli adulti, sia le larve del coleottero giapponese causano danni alle piante, anche se agiscono in modo differente. Gli adulti si nutrono delle foglie, dei fiori e dei frutti di un’ampia gamma di specie e sono attivi prevalentemente nelle calde giornate di sole. Va da sé che un singolo individuo, date le scarse necessità alimentari, non produce grandi danni, ma una colonia porta a veloce defoliazione una pianta. Inoltre, la Popillia japonica produce dei ferormoni che fungono da richiamo per altri insetti fitofagi: il risultato perciò è devastante.

Le larve dal canto loro si cibano soprattutto delle radichette delle piante erbose che, non essendo più in grado di assorbire l’acqua e i nutrimenti, sono destinate a morire in breve tempo. I prati, dove queste larve trovano il loro habitat ideale, vengono rapidamente distrutti.

Il ciclo vitale

Gli adulti compaiono tra maggio e giugno, prima dove il clima è più caldo, dopo dove la temperatura è più fresca. Dopo l’accoppiamento la femmina scava nel terreno e deposita a 5-10 cm di profondità da 1 a 3 uova. La femmina si accoppia per più di 15 volte nel corso della stagione, arrivando a depositare dunque da 40 a 60 uova.

Queste si schiudono dopo quindici giorni e per 2-3 settimane le larve si cibano delle radichette che trovano nelle immediate vicinanze. Fanno quindi una prima muta e per altre 3-4 settimane continuano a nutrirsi. Fanno una seconda muta giungendo al terzo stadio alla fine dell’estate, quando il clima comincia a rinfrescarsi. Quando la temperatura giunge a 10°C le larve interrompono l’attività e si preparano a svernare a 5-15 cm sotto il suolo. Con l’inizio della primavera le larve ricominciano a mangiare le radici e dopo 4-6 settimane si trasformano in pupe.

Il processo dura da una a tre settimane e porta l’animale allo stadio adulto.

Nel giro di un anno la Popilia japonica aumenta il proprio numero di trenta volte.

Come è fatto

Il coleottero giapponese può essere a prima vista confuso con altri normalmente presenti nel nostro territorio, ma innocui. Ha forma ovale, lungo da 8 a 11 mm e largo da 5 a 7 mm, con una colorazione brillante verde metallico con le elitre bronzee.

Segno caratteristico distintivo è la presenza di cinque macchie di peli bianchi su ogni lato dell’addome e due ulteriori ciuffi nella parte posteriore, come ben visibile dall’immagine qui sopra. La loro presenza sulle foglie delle nostre piante è accompagnata dall’aspetto schelettrico delle stesse, dal momento che si ciba del tessuto fogliare presente tra le nervature.

Quali rimedi

Se si individua l’insetto nel proprio orto o giardino, questi sono i consigli forniti dall’ERSAF, l’Ente Regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste della Regione Lombardia.

In presenza di individui isolati si consiglia di raccoglierli manualmente e annegarli in una soluzione di acqua e sapone.

In presenza di un’infestazione è preferibile intervenire con formulati a base di Deltametrina o Zeta-Cipermetrina registrati su ortaggi o piante ornamentali, di facile reperibilità e disponibili per uso non professionale.

Qualora sia possibile, si può ricorrere anche all’uso temporaneo di reti antinsetto che garantiscono una protezione totale e rappresentano una valida alternativa ai trattamenti insetticidi.

Ciclo di vita e prevenzione

Il Servizio fitosanitario è a disposizione su:

www.ersaf.lombardia.it/servizi

E non finisce qui

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