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La permacultura

Il termine è una contrazione dell’espressione permanent agricolture; come tale dovrebbe essere scritto permacoltura, ma nella prima edizione italiana del libro che ne parlava si preferì adottare come traduzione permacultura, per sottolineare l’aspetto culturale dei principi che persegue.

La definizione che ne viene data è la seguente: “Permacoltura è una parola che abbiamo coniato per denominare un sistema integrato e in evoluzione costituito da piante perenni o che si autoperpetuano e da specie animali utili all’uomo. Si tratta in sostanza di un ecosistema agricolo completo”.

Il concetto, coniato nel 1911 da Franklin Hiram King, intende coniugare l’architettura, la sociologia e l’agricoltura sostenibile concepita quest’ultima nell’ambito locale e nella misura strettamemte necessaria al sostentamento degli individui che lo popolano.

Un nuovo ecosistema

Bisogna giungere agli anni ’70 per vedere descritto, ad opera di Bill Mollison e David Holmgren, un progetto di possibile utilizzo di un terreno in cui possano convivere le persone e le loro abitazioni e, mediante una stretta relazione con l’ambiente, si possa produrre cibo e fibre ed energia utile alla vita, ma in un’ottica di autoconservazione. L’idea è quella di pensare a un ecosistema dove l’uomo, gli animali, le piante possano convivere in modo armonioso e non distruttivo, dove l’uomo si possa collocare nell’ambiente né come predatore, né come parassita.

Per questo non si parla  di permacultura come metodo di coltivazione, ma come cultura antropologica volta a far fronte alla crisi ambientale e al dannoso sfruttamento intensivo. Va da sé che i metodi di coltivazione applicati siano più Bio possibile, quale condizione necessaria per il raggiungimento di quanto proposto.

Diffusasi a partire dagli anni ottanta, la permacultura fatica a imporsi, benché vanti migliaia di persone che nei vari continenti, studiano ed elaborano modelli che si adattino alle diverse culture e ambienti.

Le linee guida comuni alle diverse proposte formulate in quasi mezzo secolo hanno in comune il rispetto dei meccanismi naturali legati al suolo e alla sua fertilità, il rispetto per le esigenze fondamentali dell’individuo in termini di abitazione e cibo, e, non ultimo, la condivisione delle risorse eventualmente in eccesso. 

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