Rimedi dell'ultimo minuto
Durante l’estate è giusto ed è bello prendersi la libertà di allontanarsi per qualche giorno di vacanza. Ma il problema che ci poniamo è sempre lo stesso: e le nostre piante resisteranno?
Ci sono alcune buone pratiche che possiamo mettere in atto per evitare che deperiscano o addirittura secchino in nostra assenza.
Un controllo iniziale
È fondamentale, prima di fare qualunque cosa, che controlliamo molto bene le nostre piante guardando bene sotto le foglie e lungo i fusti per verificare l’assenza di qualsiasi tipo di parassita. Nel caso, isoliamo la pianta e trattiamola con un insetticida per evitare che il problema si estenda alle altre piante.
La posizione
La posizione può essere importante. Se abbiamo delle piante molto grandi, evidentemente non potremo spostarle, ma potremo senz’altro mettere quelle più piccole vicino perché formino una massa verde. Cerchiamo di mettere le più piccole sollevate da terra in modo che possano godere di più luce, ma soprattutto che le foglie delle diverse piante si tocchino tra loro. Questo faciliterà la creazione di un microclima che manterrà l’umidità intorno alle piante più a lungo.
La luce
Le piante verdi che coltiviamo in casa sono per lo più specie di origine tropicale. Per questo vogliono la luce, ma non sopportano il sole diretto. La posizione dietro una finestra, riparate da una tenda leggera, è solitamente ideale per la maggior parte delle specie d’appartamento. Mettiamo davanti alla finestra quelle a foglia variegata o colorata (come il coleus) e dietro quelle con foglie a tinta unita.
In nessun caso chiudiamo gli scuri delle finestre: lasciate al buio, le piante deperiscono in fretta perché impossibilitate a svolgere l’attività di fotosintesi.
L’umidità
Sempre per il fatto che le nostre piante sono di origine tropicale, amano vivere con un alto livello di umidità (almeno 60%). Disporre di un clima mediamente umido non solo aiuta le piante a sopperire al calore, ma limita l’evaporazione e dunque il consumo di acqua.
Possiamo aumentare l’umidità relativa dei nostri ambienti producendo vapore: una pentola d’acqua lasciata bollire, stirare con il ferro a vapore, bagnare il pavimento o anche, semplicemente, appendendo accappatoi e asciugamani di spugna bagnati perché si asciughino nella stanza.
Non ultimo, nebulizziamo abbondante acqua sull’intero fogliame, vuoi per rinfrescare le foglie, vuoi per aumentare l’umidità relativa intorno alle piante.
L’irrigazione
E veniamo al punto dolente: l’irrigazione. Se le piante non sono esposte al sole e si trovano in un ambiente umido, il loro consumo di acqua sarà molto limitato. Ciò non di meno dobbiamo garantir loro un terreno umido per tutta la durata della nostra assenza.
Iniziamo col bagnare le piante più piccole per immersione, lasciando il vaso immerso fino a due terzi nell’acqua per circa 20 minuti. Questo idraterà completamente il terreno e fornirà una naturale riserva di acqua alle radici. Lasciamolo poi sgocciolare bene prima di rimetterlo nella sua posizione ideale.
Se il vaso è grande e l’immersione non è possibile, iniziamo dal giorno prima a bagnare il terreno poco alla volta, senza fretta e per gradi. Versiamo poca acqua (idealmente una tazzina) vicino al fusto e lasciamo che penetri completamente nel terreno. Attendiamo un quarto d’ora almeno, poi ripetiamo l’operazione tante volte fino a raggiungere la dose abituale di acqua. Così facendo diamo modo al terreno di idratarsi, lasciando che la poca acqua versata, invece di percorrere il vaso e fuoriuscire subito dal foro di drenaggio, si fermi a gonfiare la torba di cui è composto il terreno. Se facciamo questa operazione con la dovuta calma e pazienza, saranno necessarie molte “tazzine” prima di vedere acqua nel sottovaso, segno che il terreno è completamente inumidito.
Le carote di argilla
Le carote di argilla costituisocno un sistema abbastanza diffuso per garantire l’acqua alle piante. Collegate con un tubicino a un serbatoio, mantengono umido il terreno a lungo. Funzionano purché si abbia l’accortezza di mettere a bagno per ventiquattr’ore le carote di argilla perché si intridano esse stesse. Mettiamo quindi il serbatoio d’acqua (un catino, una pentola) in posizione leggermente rialzata rispetto ai vasi (magari su una sedia) e il gioco è fatto.
La bottiglia e lo spago
Un altro espediente consiste nel mettere uno spago nel tappo di una bottiglia di plastica. Ci si riesce utilizzando un grosso ago riscaldato sul fuoco. Si lasciano venti centimetri di spago che andranno infilati nella bottiglia. Sigilliamo con della cera il punto di innesto dello spago nel tappo. Bagniamo la corda e riempiamo la bottiglia: per capillarità l’acqua risalirà lungo la corda e bagnerà l’estremo opposto che lasceremo ovviamente appoggiato sul terreno del vaso. Un po’ laborioso, ma decisamente economico.
L’acqua complessata
L’acqua complessata è un ritrovato relativamente nuovo, ma molto efficace. Grazie ai microorganismi presenti nel terreno, il gel di cui è composto rilascia acqua mantenendo umido il terreno per molti giorni. Possiamo trovarla in formato di gel da versare sul terreno del vaso, oppure come tubi da premere contro il terreno. Il loro impiego presuppone comunque che lasciamo le nostre piante già bagnate; irrighiamole quindi come descritto e, prima di partire, versiamo il gel come trattamento di mantenimento.
L’irrigazione secondo Gardena
Infine vi sono i sistemi di irrigazione automatica più moderni, adatti alla casa come per il terrazzo, che assicurano l’acqua nella quantità e nei tempi desiderati. Si chiama Aquabloom l’ultima proposta di Gardena ed è un set di irrigazione automatica ad energia solare che mette a disposizione tutto il necessario per irrigare fino a 20 piante. È dotato di pannello solare e batteria ricaricabile per un funzionamento in totale autonomia. Perfetto per chi ha un balcone e non ha a disposizizone collegamento elettrico e idrico, può essere utillizzato con successo anche in casa. il set AquaBloom può essere collocato ovunque (a parete, sul tavolo, sul vaso o sulla ringhiera), consentendo così di irrigare fioriere poste in qualunque posizione e su livelli diversi e, nel contempo, di sfruttare al meglio la luce solare.
Grazie a questo set, l’utilizzatore può scegliere tra 14 programmi, selezionabili in modo semplice e intuitivo, oltre alla possibilità di effettuare un’irrigazione manuale. Grazie ai gocciolatori autocompensanti da 0,5 lt/h, inclusi nel set, ogni pianta riceve la stessa quantità d’acqua. Dotato di timer e pompa elettrica integrata, il set Gardena preleva l’acqua dal contenitore e la distribuisce alle piante in base al programma selezionato o all’irrigazione manuale prestabilita.
Hai trovato utili queste informazioni?
Clicca sulle stelle per esprimere un voto
Media 0 / 5. Numero di voti: 0
Nessun voto finora! Sii il primo a votare questo post.