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Come scegliere un concime

Di fronte a uno scaffale pieno di concimi, l’imbarazzo è ampiamente giustificato. Ve ne sono di tutti i tipi e di tante marche, ma soprattutto, la difficoltà è capire quale sia più indicato per le nostre piante. Si può liquidare il problema con un “sono tutti uguali”, ma sarebbe un errore che può anche dare risultati molto diversi dalle attese.

Innanzitutto, dividiamo i fertilizzanti in due grandi famiglie:

♣ i concimi granulari

♣ i concimi liquidi

Non è un problema di confezione, ma di come svolgono la loro funzione.

I concimi granulari a lenta cessione

I concimi granulari sono fertillizzanti a lenta cessione; si sciolgono lentamente nel terreno fornendo poco alla volta gli elementi di cui sono composti. Questa azione si prolunga per circa tre mesi, tanto impiegano a sciogliersi completamente, fornendo quindi nutrimento su un arco di tempo molto lungo. 

Il vantaggio è fornire il concime per tre volte l’anno: idealmente, a marzo, a giugno, a settembre.

Per contro, il concime granulare va distribuito sulla superficie del vaso o nel sottochioma della pianta (se in piena terra) e interrato leggermente. 

Le piante si “accorgono” della presenza del fertilizzante dopo circa 10-15 giorni, secondo l’umidità del terreno e la velocità con cui il concime si scioglie. Alcuni sono concepiti per rilasciare velocemente una parte di azoto, lasciando che poi il resto si degradi lentamente.

I concimi liquidi a pronta assimilazione

I concimi liquidi sono fertilizzanti a pronta assimilazione: veicolati dall’acqua delle annaffiature con cui vanno sempre mescolati, vengono assorbiti immediatamente dalla pianta che manifesta eventuali miglioramenti nell’arco di due-tre giorni. Pressoché indispensabili per concimare le piante in vaso, vanno distribuiti con regolarità durante tutto il periodo vegetativo, da marzo a tutto settembre, generalmente ogni 10-15 giorni.

I vantaggi stanno nella facile distribuzione, nella pronta assimilazione e nella possibilità, come vedremo, di variare il tipo di concime nel corso della stagione, secondo le esigenze della pianta.

Per contro, dobbiamo prevedere di distribuirli con regolarità, idealmente ogni due settimane.

E poi ci sono…

Le confezioni di questi prodotti possono indurre altri dubbi. Ad esempio, alcuni concimi sono proposti in confetti o bastoncini da inserire nel terreno. Si tratta evidentemente di concimi a lenta cessione, la cui attività però può essere inferiore ai tradizionali tre mesi tipici dei granulari a lenta cessione. In etichetta viene normalmente fornita l’indicazione sulla durata del concime e sulla frequenza con cui bisogna uilizzarlo. Sono prodotti utili e comodi che si dimostrano, ad esempio, molto validi  con le cactacee (che vengono bagnate poco frequentemente).

Altre confezioni propongono il concime in fiale, anch’esse da inserire direttamente nel terreno senza diluizione. Comodi, soprattutto per chi ha poche piante perché evita diluizioni del concime liquido in uno o più litri di acqua, una quantità utile per chi ha tante piante.

Cosa c’è nel fertilizzante

I concimi ad uso domestico contengono sempre la triade Azoto-Fosforo-Potassio, la cui sigla, usando i rispettivi simboli chimici, è NPK. L’Azoto (N) è fondamentale perché presente in tutti i tessuti della pianta e tanto più importante nelle prime fasi di sviluppo perché grazie a esso la pianta aumenta la sua massa fogliare (e quindi la fotosintesi e la produzione di zuccheri). Fosforo (P) e Potassio (K) sono responsabili della fioritura e della fruttificazione, del colore e del profumo dei fiori. Al di là dei nomi attribuiti ai concimi in commercio, la sigla NPK seguita da tre numeri indica in che percentuale i tre elementi sono presenti nel fertilizzante: la sequenza 8-4-6, ad esempio, indica come il concime fornisca l’8% di Azoto, il 4% di Fosforo, il 6% di Potassio.

Una pianta verde o una pianta da fiore o da orto piccola, in fase di sviluppo, necessita di un concime con prevalenza di Azoto. Una pianta che sta formando i boccioli fiorali o è in piena fioritura, richiede un concime con prevalenza di Fosforo e Potassio.

Usando concimi liquidi, è facile allora iniziare la stagione con un tipo di concime e proseguirla con un concime diverso, più adatto.

I microelementi

Oltre ai tre elementi fondamentali, il concime deve contenere anche altri elementi utili, definiti meso e microelementi, presenti in piccole quantità, ma egualmente importanti per la salute della pianta. Sono questi che rendono differenti i diversi concimi e più adatti a questa o quella pianta. Le esigenze di una aromatica sono diverse da quelle di una comune pianta verde, così come la rosa richiede nutrienti diversi da una cactacea.

Da qui l’ottimizzazione operata dalle aziende e definita in etichetta: concime per rose, per aromatiche, per cactacee, per gerani, etc.

Un caso a se stante è rappresentato dal concime per acidofile che, oltre a svolgere il compito di un fertilizzante per piante fiorite, stabilizza l’acqua in cui è mescolato e mantiene il terreno alla corretta acidità, prevenendo fenomeni di clorosi ferrica.

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