Buddleia_descrizione

La Buddleia, albero delle farfalle

La buddleia è un arbusto compatto, caratterizzato da lunghi rami flessibili e arcuati, che può raggiungere 3-4 metri di circonferenza e tre metri di altezza, ma che possiamo facilmente contenere con energiche potature.

La sua bellezza deriva non solo dal richiamare le farfalle (è chiamato infatti anche albero delle farfalle), cosa già di per sé interessante, ma dall’esporre copiose fioriture praticamente ininterrotte da luglio fino all’autunno.

Le infiorescenze sono grappoli colorati di viola, rosa, bianco o giallo, dal profumo mielato, adatte anche ad essere recise per decorare la casa.

Il suo impiego in un giardino, anche di piccole dimensioni, è certamente da prendere in considerazione, anche in virtù della rusticità e della quasi totale assenza di cure particolari.

Possiamo anche utilizzarla con successo sul terrazzo, sfruttando un vaso capace in cui contenerla con potature primaverili energiche quanto salutari.

La capacità dei suoi fiori di attirare le farfalle è dovuta al profumo mielato del suo polline. La presenza di una buddleia vicino a un orto o un frutteto aumenta il numero di insetti impollinatori e di conseguenza, la produzione.

Le specie più diffuse

Deve il suo nome al reverendo Adam Buddle, autore di un erbario realizzato all’inizio del XVIII secolo. La prima specie a giungere in Europa fu la Buddleja globosa, tanto rustica da sopportare egregiamente gli inverni inglesi. Il suo luogo di origine è il Cile e il Perù ed è una sempreverde (o semisempreverde secondo il clima). È caratterizzata da foglie rugose, di forma ellittica, di colore verde scuro, più brune nella pagina inferiore. I fiori, color giallo-arancio, compaiono in maggio-giugno sui rami dell’anno precedente.

La specie più diffusa è la Buddleja davidii, originaria della Cina e giunta in Inghilterra nel 1877. Questa specie, presente un po’ ovunque nel nostro Paese, ha foglie caduche, un poco dentellate ai margini con pagina inferiore tendente al grigio. I suoi fiori sono lilla più o meno intenso, adatti anche ad essere recisi; sbocciano da luglio a ottobre sui rami dell’anno.

La Buddleja alternifolia, anch’essa a foglie caduche, è tra le specie più resistenti. I suoi fiori sono lilla chiaro, numerosi e leggermente profumati; sbocciano in giugno sui rami dell’anno precedente.

I fiori sono piccoli, con quattro petali saldati tra loro, e un aspetto imbutiforme. Il loro insieme forma l’infiorescenza.

In giardino

Scegliamo per questa pianta una posizione dove possa vedere il sole per alcune ore al giorno; questo assicurerà uno sviluppo rapido e fioriture copiose. Consideriamo, nel piantarla, che avrà un portamento espanso e allungherà i suoi rami arcuati in tutte le direzioni formando un cespuglio che, se non contenuto, può raggiungere i tre metri di diametro. Il periodo migliore per piantare la Buddleia è, come a solito per gli arbusti, l’autunno. Piantandola in ottobre la pianta potrà godere infatti di un terreno normalmente umido in cui affondare le sue radici. Nelle regioni più fredde possiamo rinviare la piantumazione a marzo-aprile avendo curà però di assicurare alla pianta una regolare irrigazione nei mesi successivi.

Sospendiamo le annaffiature con l’autunno e interveniamo solo in caso di prolungata siccità.

Nella seconda primavera, annaffiamo all’inizio della stagione per accelerare lo sviluppo vegetativo; quindi non preocupiamocene più perché la pianta si accontenterà delle normali precipitazioni. L’eventuale afflosciamento delle foglie ci indicherà in modo inequivocabile la necessità di bagnare, ma questo avviene raramente e solo in caso di prolungata assenza di precipitazioni.

Concimiamo la pianta all’inizio della primavera distribuendo intorno al fusto del letame pellettato, da interrare appena con una zappetta.

Nonostante la loro rusticità, può accadere che un clima particolarmente rigido e prolungato faccia seccare completamente la parte aerea.  Non è quasi mai un problema perché la pianta torna a gettare nuovi fusti a primavera. Per questo è utile tagliare tutti i rami secchi e concimarla con letame maturo alla fine dell’inverno per accelerarne lo sviluppo.

In vaso

Possiamo coltivare la buddleia in vaso senza particolari problemi; il suo effetto su un grande terrazzo è veramente grandioso, mentre le cure che richiede sono davvero limitate.

Scegliamo un contenitore largo e profondo; appesantiamolo sul fondo con delle pietre per aumentarne la stabilità e utilizziamo terriccio di tipo universale.

Assicuriamo alla pianta l’acqua di cui necessita con abbondanti apporti di acqua almeno una volta alla settimana; è importante che il terreno non si asciughi mai completamente. Ogni due settimane mescoliamo all’acqua anche un concime liquido per piante da fiore da aprile alla fine di settembre.

Per contenerne lo sviluppo, ogni primavera prima del risveglio vegetativo, potiamolo, anche severamente, eliminando i rami secchi e quelli troppo lunghi o che escono dalla forma arrotondata più naturale. Sempre a primavera, distribuiamo sulla superficie del letame pellettato e interriamolo appena con la zappetta: darà alla pianta quella marcia in più per vegetare e prepararsi alla fioritura.

Buddleia davidii

La Buddleia

Buddleia davidii – Scrophulariacee

Tipo: arbusto da fiore
Origine: Africa, America, Asia

Adatta per: terrazzo, giardino
Difficoltà di coltivazione: molto facile

Arbusto a foglie caduche vigoroso e rustico con portamento espanso che può superare i 4 metri di altezza e diametro. Ha foglie lanceolate, dentate ai margini con pagina inferiore di colore chiaro. I fiori, di colore lilla, sono raccolti in pannocchie dense, piramidali, arcuate, lunghe fino a 40 cm e sbocciano sui rami dell’anno. Esistono varietà con fiori rossi, arancioni o bianchi.

Fioritura: luglio, agosto, settembre
Colore dei fiori: viola, lilla, bianco, arancione

Posizione: in pieno sole.

Temperatura: ama il clima mediterraneo,; cresce bene anche nel Nord Italia.

Terreno: preferisce un terreno ordinario fertile, ben drenato.

Irrigazione: regolare nei primi due anni, per mantenere il terreno umido. Una volta adulta basta a se stessa.

Concimazione: utile nei primi anni, a primavera, con concime organico.

Potatura: in marzo, per contenerne la crescita, riducendo la lunghezza dei rami dell’anno precedente.

Moltiplicazione: per talea semilegnosa con una porzione del ramo portante in luglio-agosto. Si mettono a dimora a ottobre dell’anno successivo. Anche per talea legnosa lunga 25-30 cm prelevata in ottobre.
Semina:
Trapianto/rinvaso: ottobre, novembre, marzo, aprile

Malattie e parassiti:

Note: è chiamato albero delle farfalle per la capacità di attirarle.

Plumbago_descrizione

La Plumbago o Gelsomino azzurro

Il colore dei suoi fiori, di un bell’azzurro cielo, gli ha meritato il soprannome di Gelsomino azzurro. La Plumbago è tra le piante più decorative, adatte al giardino, ma scelto sempre più spesso per decorare ringhiere e grate sui terrazzi.

Dove trova il clima adatto cresce fino a 4 metri e si riempie ininterrottamente di fiori da maggio e per tutta l’estate.

Coltivata in vaso, generalmente non supera i 2 metri, ma si ricopre egualmente di bei fiori per tutti i mesi estivi.

È una pianta sempreverde e rampicante con lunghi fusti flessibili capaci di ricoprire muri e cancellate con effetto spettacolare. Non solo i fiori sono particolari, ma anche le foglie, piccole e di un verde brillante, adatte a fare da sfondo ad aiuole o ad abbellire un angolo del giardino. Data la sua origine, esige una posizione molto luminosa e, benché sopporti bene la siccità, un terreno normalmente fresco e ricco di sostanza organica. In realtà è così facile da coltivare che, una volta installato, abbiamo solo il problema di regolari e drastiche potature per contenerne lo sviluppo.

In giardino

Cerchiamo per questa pianta una posizione possibilmente soleggiata; dalla quantità di sole dipenderà la fioritura più o meno abbondante. Trattandosi di una pianta rampicante, scegliamo una posizione dove sia presente una cancellata, una rete, un traliccio; se la mettiamo vicino a una parete, montiamo prima una grata su cui legare i rami.

Possiamo anche coltivarla come arbusto e come tale riempirà ben presto una vasta area con i suoi lunghi rami flessibili.

Il periodo migliore per metterla a dimora è l’autunno o, nelle regioni del Nord, la primavera, ma nulla ci impedisce di metterlo in terra anche adesso, evitando di toccare il pane di terra e provvedendo a fornirle con regolarità l’acqua di cui ha bisogno.

Se, infatti, una volta ben attecchita, resiste anche a brevi periodi di siccità, nei primi mesi dalla messa a dimora la pianta dovrà trovare un terreno sempre un poco umido.

Nel trapiantarla scaviamo una buca ampia e profonda; mettiamo sul fondo dei sassi o della ghiaia per facilitare il drenaggio e mescoliamo alla terra del giardino un paio di manciate di letame pellettato o concime granulare per piante da fiore.

In vaso

Possiamo coltivare questa pianta con successo anche in vaso. Per questo è bene scegliere un contenitore ampio e profondo: 40 cm di lato e almeno altrettanti di profondità sono di rigore. Usiamo terriccio universale o per piante da fiore, arricchito con il solito letame pellettato; se ci è avanzato un po’ di terriccio per acidofile o della torba acida, mescoliamoli al terreno. Durante tutta la bella stagione è bene fornire alla pianta un concime liquido per piante da fiore ogni due settimane per sostenerne la crescita e la fioritura.

Grande attenzione dovremo avere per l’irrigazione che deve essere regolare in modo da evitare che il terreno si asciughi completamente.

Non serve altro se non legare i rami a una grata o un supporto in modo che si possa estendere. Inoltre, eliminiamo i fiori appassiti per prolungare la fioritura.

Cosa fare in autunno

Trattandosi di una pianta originaria del Sudafrica, ama il caldo e teme invece il freddo sotto i 6°C. Mentre nelle regioni del Sud la Plumbago vive normalmente in esterno senza alcun problema, nelle regioni più fredde dobbiamo prevedere un riparo.

Inannzitutto, terminata la fioritura, in autunno, potiamo energicamente la pianta tagliando i fusti a non più di 25-30 cm dalla base. Se coltiviamo la pianta come rampicante, eliminiamo invece tutti i rami secondari e riduciamo gli altri di circa un terzo della lunghezza. Quando la temperatura si abbassa, copriamo la pianta con del tessuto non tessuto: non usiamo la plastica perché, non facendo respirare la pianta, induce marciumi.

Se il terrazzo su cui coltiviamo la pianta è coperto da un altro terrazzo, controlliamo di tanto in tanto che il terreno sia un poco umido: è importante evitare che secchi completamente. A marzo potremo liberare la pianta e riprendere ad annaffiarla e concimarla regolarmente perché crei rapidamente nuovi getti.

Ad agosto facciamo delle talee

Per riprodurre la Plumbago per talea dobbiamo solo avere l’accortezza di scegliere il ramo giusto. Questo deve essere semilegnoso (dal verde iniziale si sta colorando di marrone) e dobbiamo tagliarlo in modo da disporre di più rametti che si dipartono da esso. Tagliamo quindi ognuno di questi rametti in modo che abbia alla base un pezzetto del fusto principale un po’ legnoso. Interriamo queste talee in altrettanti vasetti e copriamoli con un sacchetto di plastica perché ne conservi l’umidità. Mettiamo le nostre taee in una posizione luminosa, non colpita dal sole; nell’arco di un mese, se radica, vedremo nascere delle nuove foglioline. Conserviamo le nostre talee radicate in una serretta o in casa in un ambiente fresco per tutto l’inverno e rinvasiamole a primavera.

Plumbago

Plumbago

La Plumbago

Plumbago capensis – Plumbaginacee

Tipo: arbusto ornamentale
Origine: Sud Africa

Adatta per: terrazzo, giardino
Difficoltà di coltivazione: facile

Specie rampicante sempreverde che necessita di sostegni a cui legarla, caratterizzata da abbondanti fioriture azzurro cielo che si protraggono da maggio fino alla fine di settembre. Adatta alla coltivazione all’aperto nelle regioni del Sud, è diffusa come pianta in vaso nelle regioni del Nord e del Centro. È chiamata anche Gelsomino azzurro.

Fioritura: maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre
Colore dei fiori: bianco, blu, lilla

Posizione: in pieno sole o molto luminosa

Temperatura: soffre per temperature inferiori a 6°C; al Nord va perciò protetta con tessuto non tessuto previa potatura.

Terreno: ordinario, leggermente acido, fertile e ben drenato.

Irrigazione: regolare fino al completo attecchimento; resiste a brevi periodi di siccità.

Concimazione: al momento del trapianto e ogni primavera con letame pellettato o concime a lenta cessione; in vaso è bene fornire concime liquido ogni due settimane da aprile a settembre.

Potatura: terminata la fioritura si tagliano i fusti a 30 cm dal terreno; se coltivata a rampicante si eliminano i rami laterali e si accorciano del 30% quelli principali.

Moltiplicazione: per talea in agosto su rami semilegnosi.
Semina:
Trapianto/rinvaso: marzo, aprile

Malattie e parassiti: clorosi ferrica causata da acqua troppo calcarea o scarsa acidità del terreno

Note:

Iperico calicino

L' Iperico calicino

Hypericum calycinum – Hypericacee

Tipo: perenne da fiore
Origine: Europa sud-orientale, Italia

Adatta per: terrazzo, giardino
Difficoltà di coltivazione: molto facile

Pianta suffruticosa perenne sempreverde a portamento eretto che si diffonde tramite stoloni e che può per questo diventare facilmente invasiva. Ha foglie ellittiche di colore verde vivo, leggermente glauche nella parte inferiore. Durante tutta l’estate produce fiori gialli grandi 5-8 cm caratterizzati da stami vistosi. Si adatta a vivere in qualsiasi tipo di terreno e colonizzare velocemente estese aree formando un denso tappeto verde.

Fioritura: giugno, luglio, agosto, settembre
Colore dei fiori: giallo

Posizione: in pieno sole, ma anche amezz’ombra

Temperatura: pianta rustica, non teme il gelo.

Terreno: ordinario, normalmente fertile, anche sassoso, ben drenato

Irrigazione: una volta installato, si accontenta delle precipitazioni. In vaso va irrigato regolarmente lasciando asciugare i terreno prima di bagnare di nuovo.

Concimazione: è sufficiente una modesta concimazione di fondo al momento del trapianto.

Potatura: è utile, ogni due anni, alla fine dell’inverno, tagliare i rami a pochi centimetri dal terreno; sopporta tagli di contenimento, anche energici.

Moltiplicazione: per talea in maggio-giugno; le talee radicate si lasciano svernare in ambiente riparato e si mettono a dimora nella primavera successiva.
Semina:
Trapianto/rinvaso: marzo, aprile

Malattie e parassiti: ruggine

Note:

Viola mammola

La Viola mammola

Viola odorata – Violacee

Tipo: perenne da fiore
Origine: Europa

Adatta per: terrazzo, giardino
Difficoltà di coltivazione: molto facile

Nota come “viola mammola, è una specie perenne rizomatosa che si espande tramite stoloni. Ha foglie cuoriformi di colore verde più o meno scuro e fiori violetti, larghi 1-2 cm che si aprono a marzo e aprile, talvolta anche a febbraio. È disponibile in numerose varietà con colore die fiori diverso (anche bianco e giallo oltre a diverse sfumature di viola).

Fioritura: febbraio, marzo, aprile
Colore dei fiori: viola

Posizione: preferisce le posizioni semiombreggiate

Temperatura: pianta rustica, rinasce anno dopo anno

Terreno: ordinario, rico di sostanza organica, tendenzialmente umido, ma ben drenato

Irrigazione: si accontenta delle piogge, ma preferisce un terreno sempre un poco umido

Concimazione: non necessaria

Potatura: non necessaria

Moltiplicazione: per semina all’inizio dell’estate (la germinazione avviene nella primavera successiva)
Semina: giugno, luglio, agosto
Trapianto/rinvaso: marzo, aprile, settembre, ottobre

Malattie e parassiti:

Note:

Viola cornuta

La Viola cornuta

Viola cornuta – Violacee

Tipo: biennale da fiore
Origine: Pirenei

Adatta per: terrazzo, giardino
Difficoltà di coltivazione: facile

Erbacea alta fino a 30 cm con foglie ovali a margini crenati. I fiori, viola scuro, simili a quelli della viola mammola, ma più grandi, larghi 2-3 cm, con uno sperone sottile, sbocciano da marzo-aprile a a luglio. Sono disponibili molte varietà e da questa specie sono derivati anche molti ibridi con fiori di diverso colore.

Fioritura: marzo, aprile, maggio, giugno
Colore dei fiori: bianco, azzurro, viola, rosso, lilla, giallo

Posizione: al sole o parzialmente ombreggiata

Temperatura:

Terreno: ordinario, fertile, ricco di materia organica, ben drenato, tendenzialmente umido

Irrigazione: si mantiene il terreno umido

Concimazione: una concimazione di base con letame maturo o un concime minerale a lenta cessione è ideale

Potatura: togliere i fiori appena appassiscono per prolungare la fioritura

Moltiplicazione: per seme a luglio o all’inizio di agosto.
Semina: luglio, agosto
Trapianto/rinvaso: settembre, ottobre, marzo, aprile

Malattie e parassiti:

Note:

Scabiosa

La Scabiosa

Scabiosa caucasica – Dipsacacee

Tipo: perenne da fiore
Origine: Caucaso

Adatta per: terrazzo, giardino
Difficoltà di coltivazione: facile

Specie perenne rustica a crescita contenuta adatta per bordure e per produrre fiori da taglio o fiori essiccati. Ha foglie lanceolate con la parte apicale di ogni foglia divisa in segmenti stretti. I fiori sono azzurro lavanda, larghi 7-8 cm e si aprono tra maggio e settembre su fusti quasi privi di foglie.

Fioritura: maggio, giugno, luglio, agosto, settembre
Colore dei fiori: blu

Posizione: al sole o molto luminosa

Temperatura: pianta rustica, secca con l’arrivo dell’inverno, ma rinasce a ogni primavera

Terreno: ordinario, mediamente fertile, ben drenato

Irrigazione: regolare quanto basta a mantenere umido il terreno

Concimazione: è sufficiente una modesta concimazione di fondo

Potatura: in novembre si tagliano i fusti a livello del terreno

Moltiplicazione: si semina in autunno in cassone e si trapianta in marzo, aprile; per divisione ogni 3-4 anni, a marzo
Semina: marzo aprile
Trapianto/rinvaso: marzo, aprile

Malattie e parassiti:

Note:

Non ti scordar di me

Il non ti scordar di me

Myosotis sylvatica – Boraginacee

Tipo: biennale da fiore
Origine: Europa

Adatta per: terrazzo, giardino
Difficoltà di coltivazione: molto facile

Chiamata “Non ti scordar di me”, è una specie biennale o perenne, poco longeva, folta, adatta alle bordure. Ha foglie ellittiche o spatolate, tomentose. I fiori riuniti in cime, sono azzurri, profumati, larghi circa 0,5 cm; sbocciano da aprile a giugno. Esiste una varietà “Blue Bird” con fiori di azzurro intenso, alta fino a 30 cm.

Fioritura: maggio, giugno, aprile
Colore dei fiori: azzurro

Posizione: si adatta a qualsiasi posizione, ma preferisce quella parzialmente ombreggiata.

Temperatura: pianta rustica, sopravvive al freddo invernale, purché il terreno sia ben drenato.

Terreno: ordinario, meglio se arricchito con terriccio di foglie.

Irrigazione: regolare per mantenere sempre il terreno umido

Concimazione: si accontenta della fertilità naturale

Potatura: non necessaria

Moltiplicazione: si semina in aprile in vivaio e si mette a dimora in settembre.
Semina: aprile
Trapianto/rinvaso: settembre, ottobre

Malattie e parassiti: muffa grigia

Note:

Lunaria

La Lunaria

Lunaria annua – Crucifere

Tipo: biennale da fiore
Origine: Europa, Italia

Adatta per: giardino, terrazzo
Difficoltà di coltivazione: molto facile

Specie biennale nota come “monete del papa” per l’aspetto dei suoi semi. È un’erbacea rustica a crescita rapida con foglie cuoriformi o oblunghe a margine seghettato. I fiori color porpora, profumati, si aprono da aprile a giugno e hanno quattro petali disposti a croce. Alla fioritura seguono i semi contenuti in silique tonde di colore madreperla, utilizzate normalmente nelle decorazioni.

Fioritura: aprile, maggio, giugno
Colore dei fiori: rosso

Posizione: in pieno sole o molto luminosa

Temperatura: ama il clima mediterraneo

Terreno: ordinario, mediamente fertile, ben drenato

Irrigazione: quanto basta a mantenere il terreno umido

Concimazione: un modesta concimazione di fondo prima della semina è sufficiente.

Potatura: non necessaria

Moltiplicazione: per semina in maggio e giugno o nelal tarda estate direttamente a dimora.
Semina: maggio, giugno
Trapianto/rinvaso:

Malattie e parassiti: ernia del cavolo, ruggine

Note: