Bosso

Il bosso

Impossibile immaginare un giardino all’italiana senza il bosso, tagliato, squadrato, basso a formare una bordura, più alto a creare siepi e labirinti. Si presenta come un arbusto cespuglioso sempreverde, compatto e con fusti giallastri e foglie piccole e coriacee. Può raggiungere tre metri di altezza e da sempre è impiegata nell’ars topiaria per la sua compattezza e la possibilità di essere tagliata in qualsiasi forma.

Il Buxus sempervirens è una pianta tossica in ogni sua parte. A renderla velenosa sono gli alcaloidi che contiene, in particolare concentrati nella corteccia e nelle foglie, pericolosi per uomini e animali. In realtà, come nel caso dell’oleandro, non sono citati casi di avvelenamento da bosso in uomini e bambini; unici casi segnalati sono relativi ad animali che possono essersi cibati delle sue fronde dopo una potatura, forse mescolate all’erba.

Questi alcaloidi possono provocare nei casi più lievi, vomito, problemi di vario genere all’apparato digestivo e dermatiti. La buxina induce negli animali che si cibano delle foglie sintomi muscolari e neurologici, causa paralisi respiratoria e porta a conseguente morte.

Guzmania

La guzmania

La Guzmania è una bella pianta d’appartamento di origine tropicale caratterizzata da foglie verdi lucide disposte a rosetta, al centro della quale si ergono le inflorescenze esaltate da coloratissime brattee gialle, arancioni o rosse.

Inizialmente preoccupiamoci di trovare per lei la posizione migliore, dove c’è una luce diffusa, ma mai il sole diretto. Un angolo della stanza dove la luce arriva indirettamente o per poche ore al giorno può andare molto bene. Vediamo di tenerla lontano da fonti di calore o da correnti d’aria fredda.

Questa pianta ama un terreno morbido e ben drenato, costituito per lo più da sabbia grossolana, terriccio di foglie e osmunda. La sua rosetta di foglie è atta a raccogliere l’acqua piovana e a trattenerla secondo le sue necessità. Si trapianta generalmente in autunno usando un terriccio molto soffice e leggero ricco di sabbia e perlite, tale da consentire una buona aerazione delle radici. È molto importante annaffiarla sempre con acqua piovana o comunque con acqua non calcarea a temperatura ambiente. Possiamo versarla direttamente sulle foglie lasciando che si fermi nella rosetta centrale. Durante l’estate annaffiamola abbondantemente, mentre in inverno manterremo la composta appena umida.

In inverno manteniamo l’ambiente umido ed eventualmente sistemiamo la nostra pianta su un basso vassoio riempito di ghiaia bagnata.

In primavera possiamo moltiplicarla staccando con le mani i germogli che si formano alla base e interrandoli subito in un terriccio adatto.

Dracena

La dracena

Spesso chiamata “tronchetto della felicità” o “Lucky bamboo”, la dracena vanta numerose specie, tutte caratterizzate da un bel fogliame persistente. Deve il suo nome al fatto che da una sua specie viene estratta da millenni una resina con cui si ottiene un colorante particolare detto “sangue di drago”.

Come tutte le piante tropicali, ama una luce diffusa e un’elevata umidità ambientale: in un ambiente troppo asciutto la pianta inizia a seccare le foglie a partire dalla punta. Se notiamo questo sintomo aumentiamo l’umidità ambientale o nebulizziamo acqua non calcarea sul fogliame.

Sono piante che non richiedono molta terra e probabilmente il vaso in cui ce l’hanno venduta va bene. Dovendola rinvasare (probabilmente più per un problema di stabilità) usiamo un terriccio universale, eventualmente mescolato a del terriccio per piante grasse per renderlo ulteriormente leggero.

Queste piante resistono bene alla siccità, mentre deperiscono facilmente in presenza di ristagni. Annaffiamola abbondantemente, ma raramente, eventualmente per immersione (se la pianta è piccola) e lasciamo asciugare il terreno prima di annaffiare di nuovo. 

Cerchiamo per lei una posizione ben luminosa, non al sole, ma dove possa ricevere luce anche di riflesso per molte ore al giorno. 

Con la bella stagione possiamo metterla anche in esterno, ma sempre in posizione riparata, mai al sole diretto.

Se la pianta si alza troppo, possiamo tagliarne il tronco e mettere la parte con il ciuffo di foglie in terra umida; radica facilmente, mentre dal pezzo rimasto spunteranno presto nuove foglie.

Ficus_benjamina

Il Ficus benjamina

Ha un portamento arbustivo molto ramificato, con rami arcuati e ricadenti, foglie piccole, ovali e dal bordo ondulato. È disponibile in numerose varietà dal fogliame più o meno grande e ondulato, spesso variegato di bianco o di giallo. 

Richiede una buona luminosità: poniamolo davanti a una finestra ben esposta (se è colpita dal sole è meglio che una tenda leggera lo schermi). La temperatura di casa è ideale; va però sempre associata a un’elevata umidità ambientale (50%). Per questo nebulizziamo spesso dell’acqua non calcarea sul fogliame, tanto più spesso quanto maggiore è la temperatura dell’ambiente.

Forniamole acqua quanto basta a mantenere umido il terreno: ci basterà attendere che la superficie del terreno sia asciutta prima di bagnare ancora. Se la pianta è piccola, l’ideale è bagnarla anche per immersione almeno una volta al mese. Sempre una volta al mese aggiungiamo all’acqua anche del concime per piante verdi (durante la bella stagione aumentiamo la frequenza).

Con l’avanzare della brutta stagione tende a perdere numerose foglie; all’inizio della primavera tagliamo i rametti secchi e, appena possibile, mettiamolo all’aperto. In primavera riprende a vegetare e a crescere velocemente. A marzo possiamo rinvasarla usando un vaso appena più grande riempito con terriccio universale. Quando la pianta è più grande e non è possibile rinvasarla ci basterà, ogni due o tre anni, sostituire lo strato superficiale di terra.

Non va soggetta a malattie o parassiti e può vivere molti anni.

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