Sarcococca

La Sarcococca

Sarcococca humilis – Buxacee

Tipo: arbusto ornamentale
Origine:  Asia
Adatta per: giardino
Difficoltà di coltivazione:
facile

Sarcococca_bacche

Piccolo arbusto (50-60 cm) sempreverde molto compatto di origine asiatica, rustica e molto resistente al gelo. Ha foglie verde scuro, affusolate; la pianta tende a formare molti polloni e riempie facilmente un angolo del giardino formando un denso cespuglio. Fiorisce in pieno inverno e i suoi fiori, benché poco appariscenti, emanano un profumo dolce e intenso. Le sue bacche sono piccole olive prima rosse e poi nere.

Fioritura: tra novembre e gennaio
Colore dei fiori:

Posizione: ombra e mezz’ombra

Temperatura: rustica, resiste a temperature fino a -10°C e alla calura estiva

Terreno: ordinario, normalmente fertile, ben drenato

Irrigazione: regolare fino a completo attecchimento; poi solo in caso di siccità prolungata

Concimazione: letame pellettato o sfarinato all’inizio della primavera e in autunno

Potatura: solo di contenimento

Moltiplicazione: per talea a fine estate o staccando i polloni che si formano alla base della pianta
Semina:
Trapianto/rinvaso: ottobre, marzo

Malattie e parassiti: cocciniglia cotonosa

Note: può crescere bene anche in un vaso capiente (40 cm)

Rosa rugosa

La Rosa rugosa

Rosa rugosa – Rosacee

Tipo: arbusto ornamentale
Origine: Asia, Giappone
Adatta per: giardino
Difficoltà di coltivazione: facile

Rosa_rugosa_bacche

Arbusto che può raggiungere 60 cm di altezza e coltivata a scopo decorativo, caratterizzata da foglie verdi visibilmente venate e rugose. I fiori sono grandi, di colore bianco e dal profumo delicato. A questi seguono, nel periodo autunnale, delle bacche rosse.

Fioritura: maggio-giugno
Colore dei fiori: bianco

Posizione: luminosa con qualche ora di sole diretto al giorno

Temperatura: resiste bene al freddo intenso come al caldo estivo

Terreno: ordinario, ricco di materia vegetale, ben drenato

Irrigazione: regolare nei primi anni per garantirsi un corretto attecchimento. La pianta diventa poi autonoma

Concimazione: primaverile e autunnale con letame maturo

Potatura: autunnale o primaverile prima del risveglio vegetativo

Moltiplicazione: per talea semilegnosa in estate
Semina:
Trapianto/rinvaso: ottobre, marzo

Malattie e parassiti: molto resistente alle malattie comuni alle rose

Note: le bacche sono commestibili, adatte alla preparazione di confetture o liquori.

Clerodendro

Il clerodendro

Clerodendrum thomsoniae – Verbenacee

Tipo: perenne da fiore
Origine: Giappone
Adatta per: terrazzo, giardino
Difficoltà di coltivazione: facile

Clerodendro_bacche

Arbusto o piccolo albero a foglie caduche che può raggiungere 3 metri di altezza. Fiorisce in estate con fiorellini bianchi riuniti in pannocchie, un poco profumati. Seguono delle bacche di colore blu scuro circondate da un calice formato da cinque brattee rosa intenso, che rimangono sulla pianta per mesi.

Fioritura: luglio, agosto, settembre
Colore dei fiori: bianco

Posizione: molto luminosa, al Nord anche al sole, benché preferisca un po’ di ombra durante le ore più calde estive.

Temperatura: pianta delicata, soffre per temperature inferiori a 13°C.

Terreno: ordinario, ben drenato, mediamente fertile.

Irrigazione: regolare per mantenere il terreno sempre un poco umido.

Concimazione: fornire una buona concimazione di fondo e rinnovare a primavera con concime organico. In vaso è bene fornire un concime liquido per piante da fiore ogni due settimane da marzo a settembre.

Potatura: solo per contenerne l’espansione, in aprile.

Moltiplicazione: per seme a primavera o per talea dei germogli laterali tra aprile e giugno.
Semina: marzo
Trapianto/rinvaso: ottobre, marzo

Malattie e parassiti: acari, cocciniglia

Note:

Cotogno del Giappone

Il cotogno del Giappone

Chaenomeles japonica – Giappone

Tipo: arbusto da fiore
Origine: Asia
Adatta per: giardino, terrazzo
Difficoltà di coltivazione: facile

Cotogno_bacche

Noto anche come cotogno da fiore o fior di pesco, è un arbusto di piccole dimensioni che può essere fatto crescere anche come piccolo albero a foglia caduca. La sua fioritura è precoce: i fiori, rossi o arancioni, appaiono numerosi sui rami ancora spogli.  Produce piccole mele gialle commestibili (previa cottura). È adatto alla coltivazione in vaso, ma da il meglio di sé in piena terra, come soggetto singolo o come siepe.

Fioritura: marzo-aprile
Colore dei fiori: rosso,
arancione

Posizione: ama il sole, ma cresce comunque anche in posizioni ombrose

Temperatura: non teme il gelo invernale né la calura estiva

Terreno: ordinario, fertile, non calcareo, ben drenato

Irrigazione: una volta attecchito, si accontenta delle precipitazioni

Concimazione: a primavera con letame maturo

Potatura: solo di contenimento

Moltiplicazione: per seme in autunno (germinazione molto lenta); per talea semilegnosa in estate

Semina: ottobre
Trapianto/rinvaso: ottobre, novembre, marzo, aprile

Malattie e parassiti: afidi, cocciniglia

Note: può crescere in vaso, purché capace e con annaffiature e concimazioni regolari

Ardisia

L'ardisia

Ardisia crispa – Myrsinacee

Tipo: arbusto ornamentale
Origine: Cina
Adatta per: giardino appartamento
Difficoltà di coltivazione: facile

Arbusto sempreverde a crescita lenta caratterizzato da bacche rosse molto persistenti (durano quasi un anno). Ha foglie verde scuro, appuntite, con margini ondulati e fiori a stella un poco profumati, riuniti in infiorescenze per lo più a pannocchia pendenti. Fiori e bacche possono essere presenti contemporaneamente sulla pianta.

Fioritura: maggio giugno
Colore dei fiori: bianco

Posizione: ama le posizioni luminose, ma non il sole diretto

Temperatura: Cresce bene con temperature non superiori a 25°C. Può crscere anche in casa.

Terreno: ordinario, fertile, ben drenato

Irrigazione: regolare durante la bella stagione.

Concimazione: concimazione regolare durante la bella stagione, ma utilizzando mezza dose rispetto a quanto indicato in confezione

Potatura: accorciare i rami troppo lunghi all’inizio della primavera

Moltiplicazione: per talea a primavera
Semina:
Trapianto/rinvaso: ottobre marzo

Malattie e parassiti: cocciniglia farinosa e afidi

Note:

Corbezzolo

Il corbezzolo

Arbutus unedo – Ericacee

Tipo: arbusto ornamentale
Origine: Mediterraneo
Adatta per: giardino terrazzo
Difficoltà di coltivazione: facile

Corbezzolo_bacche

Arbusto sempreverde molto decorativo dal portamento disordinato, adatto come soggetto isolato o per formare siepi. Ha una crescita lenta e non supera i 3 metri di altezza. Produce in autunno inoltrato frutti dal sapore poco dolce, molto salutari.

Fioritura: settembre-ottobre

Colore dei fiori: bianco

Posizione: in pieno sole

Temperatura: soffre i venti freddi

Terreno: ordinario, anche povero, leggermente acido, purché drenato.

Irrigazione: regolare solo nei primi anni e durante i periodi più caldi.

Concimazione: con letame maturo o concime organo-minerale a primavera.

Potatura: Non indispensabile; si tagliano i rami secchi a fine inverno.

Moltiplicazione: per talea semilegnosa in estate

Semina:

Trapianto/rinvaso:
ottobre, marzo

Malattie e parassiti: Cocciniglia e afidi

Note: Può crescere in vaso (40cm)

Abelia

Piante da fiore

Abelia

Abelia x grandiflora – Caprifoliacee

Tipo: perenne da fiore
Origine: orticola
Adatta per: terrazzo, giardino
Facilità: facile

Arbusto di origine orticola semi sempreverde ottenuto dall’incrocio fra A.chinensis e A. uniflora. Ha portamento espanso e un’altezza di 2,5-3,5 mt e un diametro di quasi 2. Le sue foglie sono verde brillante ovato-appuntite; nascono color bronzo e tutta la pianta in autunno assume una bella colorazione. I fiori sono rosa o bianchi, leggermente profumati e appaiono tra giugno e ottobre. Seguono degli acheni legnosi che contengono un solo seme.

Fioritura: giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre
Colore dei fiori: bianco, rosa

Posizione: molto luminosa, meglio se in pieno sole

Temperatura: resiste a temperature fino a 8-10°C. Nelle regioni fredde va protetto in inverno.

Terreno: ordinario

Irrigazione: regolare nei primi anni; la pianta adulta si accontenta delle piogge

Concimazione: a primavera con concime organico o organo minerale; in alternativa con concime liquido per piante verdi ogni due settimane

Potatura: Non necessaria. Dopo la fioritura si possono spuntare i rami troppo cresciuti. SI può anche tagliare drasticamente in autunno per favorire uno sviluppo più compatto a primavera.

Moltiplicazione: per talea in giugno utilizzando rametti dell’anno, lunghi non più di 10 cm e usando un mix di terra e torba in parti uguali. Le talee radicano a a una temperatura di 16-18°C. Si mettono a dimora nella primavera successiva .
Semina:
Trapianto/rinvaso: settembre, ottobre, marzo, aprile

Malattie e parassiti: raramente colpita dagli afidi

Note:

La Rosa canina

Piante da fiore

La Rosa canina

È in qualche modo la “madre delle rose” e i botanici ci insegnano che le tre più
belle varietà di rosa esistenti (la Centifolia, la rosa Bianca e la rosa Damascena) derivano dalla rosa canina.

Deve il suo nome alla credenza medievale secondo la quale la sua radice aveva il potere di guarire dalla rabbia provocata dal morso di un cane ammalato.

In medicina la rosa ebbe un tempo un largo utilizzo e nel secolo scorso vi fu chi giunse ad affermare che avrebbe potuto essere il medicamento ideale per tutti i malanni.

Le rose sono piante molto antiche ed i fossilli nei quali sono state identificate risalgono al periodo Terziario (da 65 a 2 milioni di anni fa) più antico. Nella tomba di Tutankhamen sono stati ritrovati mazzi di rose ancora intatti; erano stati deposti dalla sposa del re bambino più di trenta secoli fa, in segno del suo amore.

C’era una volta

Già ai tempi di Dario, i medici persiani tenevano in gran conto la rosa attribuendole la capacità di guarire dalla tubercolosi e lo stesso Dario, vincitore delle più dure battaglie, concludeva il suo pasto di guerriero con un dolce a base di rosa e miele.

I Greci possedevano già molte varietà di rose che restano a noi sconosciute ed
inoltre facevano un gran consumo dei suoi fiori per rallegrare le loro feste, cerimonie e manifestazioni religiose.

La rosa era anche conosciuta per essere un buon afrodisiaco: gli antichi Romani usavano ricoprire il letto nuziale di petali di rosa, usanza poi degenerata nell’uso dei petali di rosa durante i festeggiamenti del matrimonio; il profumo estratto dai suoi fiori era riservato esclusivamente ai re.

Definita la più bella decorazione della Terra, o più banalmente “la regina dei fiori”, secondo gli antichi poeti (Plinio, Ippocrate, Virgilio) la rosa esisteva un tempo soltanto nel colore bianco e divenne poi rossa per essere stata a contatto col sangue di una ferita della dea Venere.

I Turchi la chiamano ancora oggi An-ghul, due parole cui corrisponde il significato di “Fiore di Venere”.

In medicina ebbe un tempo un largo utilizzo: i petali venivano usati contro la
diarrea, si utilizzavano per preparare gargarismi contro il mal di gola, nei bagni ed in caso di ferite difficilmente rimarginabili.

Com’è fatta la pianta

La rosa canina appartiene alla famiglia delle Rosacee ed è diffusa in Europa,
Asia occidentale, Africa e America, sempre nel solo emisfero settentrionale.
Cresce in tutta Italia, ma preferibilmente nelle regioni settentrionali temperate ed è un arbusto alto fino a tre metri, molto pieno di rami che differisce dalle altre specie di rose selvatiche per il suo fusto quasi diritto.

Tutto il fusto, i rami e la prima parte delle foglie sono provvisti di spine pungenti ricurve e molto robuste. Le foglie sono costituite da 5-7 foglioline ovali, dentate.

Il fiore, che sboccia tra maggio e giugno, ha una corolla a cinque petali profumati di colore rosa di varie intensità.

I frutti di rosa canina, come quelli di tutti il genere rosa, per la loro particolare forma ovale vengono chiamati cinorrodi; maturano in settembre- ottobre e resistono fino al principio dell’inverno. Questi frutti sono in realtà dei falsi frutti costituiti da una parte carnosa di colore rosso vivo che contiene i veri frutticini (erroneamente chiamati semi o semplicemente noccioli) di colore giallo scuro, ovali, di 5 cm di lunghezza. All’interno dei frutticini si formano i veri semi.
È tra le piante più longeve e, benché si tratti solo di un arbusto, può vivere 300 anni.

Come coltivarla

La rosa canina cresce nelle siepi e nei boschi e nelle macchie dalla pianura fino a 1.500 metri. Se la pianta è isolata, tende ad espandersi e ad assumere una forma rotondeggiante. Negli arbusti, invece, si ramifica poco e tende a svilupparsi verso l’alto.

Mette radici in profondità e ricerca la luce. Per ottenere nuove piante di rosa canina dobbiamo partire dai semi che per schiudersi e germinare necessitano di tempi lunghi e condizioni particolari. Se la seminiamo adesso, infatti, la germinazione avverrà la prossima primavera o anche l’autunno successivo.

La rosa canina necessita quindi di circa due anni dalla semina prima di arrivare a fioritura. Raccogliamo i frutti tra ottobre e novembre quando non sono più turgidi ma si ammorbidiscono e si allenta la pellicina esterna che li ricopre. Spappoliamo i frutti maturi dividendo i frutticini dalla polpa (che possiamo usare per deliziose marmellate): il frutticino è pronto per la semina. Questa pianta ha bisogno di almeno sei ore di sole al giorno e un terreno ricco e ben drenato. Annaffiamola almeno due volte alla settimana nei primi tre anni e concimiamola con letame maturo o un concime organico ad ogni inizio di primavera.

Non ha bisogno di potature, ma, per prolungare le fioriture, tagliamo i fiori appena sfioriti assieme un pezzetto di gambo. Eliminiamo anche il vecchio legno che abbia già prodotto fiori, recidendolo a circa dieci centimetri dalla base. Ad aprile facciamo un trattamento fungicida per prevenire le principali malattie.

Le sue virtù

In fitoterapia si utilizzano i frutti, le foglie e i petali della rosa canina. I frutti hanno proprietà ricostituenti in tutti gli stati di carenza di vitamine per la grande quantità di Vitamina C che contengono: venti volte più delle arance.

Sono quindi particolarmente indicati per aumentare le difese del nostro organismo in caso di malattie infettive ed anche per prevenirle.

I frutti hanno, inoltre, il potere di depurare vescica e reni, ed essendo la loro parte interna molto pelosa, hanno la proprietà di provocare prurito e quindi sono usati per produrre polvere che provoca starnuti.

I frutti hanno la capacità di combattere i vermi intestinali soprattutto degli animali. Le foglie e i petali hanno la proprietà di far cicatrizzare le piccole ferite della pelle e sono utilizzati per curare la diarrea.

I petali sono ottimi per curare le infiammazioni degli occhi.

In cucina con i frutti si fanno marmellate e gelatine mentre i petali di rosa si possono utilizzare freschi per guarnire insalate miste alle quali donano un profumo delicato ed un aspetto gradevole. Si preparano dolci con il purè dei frutti di rosa e con lo sciroppo ricavato dalle foglie. Con i frutti si prepara un infuso con un gradevole sapore dolce-acidulo mentre le foglie sono usate come surrogato del caffé.

L’acqua distillata di rose è molto usata come lozione per pelli delicate e, se usata per lungo tempo, ha il potere di rendere la pelle trasparente, liscia e tonificata. Può tranquillamente sostituire i tonici per la pelle normalmente in commercio.

E non finisce qui

 Raccontateci la vostra esperienza, inviate commenti e osservazioni; potremo arricchire l’articolo.

L’erba della pampa

Piante da fiore

L'erba della pampa - Cortaderia selloana

La conosciamo come erba della Pampa, ma il suo nome botanico è Cortaderia selloana e in Argentina, suo luogo di origine, è considerata una pianta infestante.

Poche piante sanno essere scenografiche come questa erbacea, perfetta per decorare un qualsiasi giardino, e capace di diventare protagonista se coltivata come soggetto singolo in mezzo a un qualsiasi prato, lungo un corso d’acqua, ai mergini di un bosco.

La Cortederia è una graminacea caratterizzata da lunghe foglie sottili di colore verde argentato che, arcuandosi, formano un cespo fitto capace di estendersi per più di due metri di diametro. Attenzione però a toccarle: i bordi di queste foglie sono quasi taglienti ed è bene perciò maneggiarla con del guanti.

Dal centro del cespo di foglie si alzano alti fusti che, a fine estate, portano delle infiorescenze molto appariscenti, come dei piumini lunghi 60-70 cm di color bianco crema che si inscuriscono col tempo tendendo al color bronzo. Esistono anche varietà con piumini rosa, ancora più scenografici.

In casa

Verrebbe la tentazione di tagliare queste infiorescenze per decorare la casa; è ovviamente possibile agendo con un coltello affilato alla base del fusto. Il problema è che, seccandosi, l’infiorescenza perde le spighette di cui è formata costringendo a una continua pulizia. Ottime quindi come elemento decorativo e per creare coposizioni, purché non si pretenda che durino a lungo.

In giardino invece i piumini, la pianta ne produce diversi, svettano per alcune settimane, alti fino a 5 metri.

Si può anche seminare

Si può acquistare una pianta a primavera e metterla a dimora in terreno ordinario, fertile, ma possiamo anche seminarla: i semi si possono trovare anche su internet a poco prezzo. Lasciamoli in acqua per una notte prima di metterli in terra. La crescita è rapida e la pianta si ingrandisce anno dopo anno, tanto da doverla potare per contenerla.

Se desideriamo coltivarla in vaso, possiano scegliere tra le varietà nane: abbiamo bisogno per questo di un vaso capace (50cm di diametro e profondità).

La pianta ama le posizioni assolate (ma cresce bene anche in posizioni luminose, colpite dal sole per alcune ore al giorno) e un terreno normalmente umido. Sopporta la siccità, la salsedine, la calura estiva come pure il freddo invernale. Non facciamole però mancare l’acqua: un terreno regolarmente umido è la condizione perché si sviluppi rapidamente e in salute.

In breve

Nome scientifico: Cortaderia selloana
Famiglia: Graminacee
Origine: Argentina
Tipo di pianta: erbacea perenne
Altezza: fino a 5 metri
Larghezza: fino a 3 metri
Fioritura: alla fine dell’estate 

Di cosa ha bisogno
Esposizione: pieno sole o mezz’ombra
Terreno: fertile, umido, ma ben drenato
Acqua: regolare per mantenere il terreno umido, ma senza ristagni
Resistenza al freddo: resistente al freddo
Moltiplicazione: per seme o divisione dei cespi a primavera

E non finisce qui

 Raccontateci la vostra esperienza, inviate commenti e osservazioni; potremo arricchire l’articolo.

Datura stramonio

Lo stramonio

La Datura stramonium è una pianta erbacea annuale che può raggiungere due metri di altezza. È diffusa un po’ ovunque perché ama il clima temperato.

In Italia la possiamo trovare anche ai margini delle strade o nei prati incolti. La sua fioritura avviene tra luglio e agosto: i suoi fiori bianchi rimangono chiusi durante il giorno e si aprono invece di notte, emanando un intenso profumo che attira le farfalle notturne. Ne esiste anche una varietà con corolla violacea pallida e antere viola scuro, non priva di fascino.

Chiamata anche “Erba del diavolo” o “Mela delle spine” (per lo strano frutto ricoperto da aculei) o “Noce velenosa”, appartiene alla famiglia delle Solanacee, come la patata e il pomodoro (ma anche come la Belladonna).

La Datura stramonium presenta un’elevata concentrazione di alcaloidi dannosi per il nostro organismo, quali la scopolamina e l’atropina. La concentrazione di queste tossine nei semi è tale da essere stata utilizzata in passato proprio per il suicido o per eliminare i nemici scomodi.

Queste tossine portano a rapida paralisi respiratoria; in dosi minori la pianta ha effetto allucinogeno e provoca gravi nausee e dolori addominali.