Mancinella

La mancinella

L’Hippomane mancinella è una pianta tropicale tipica del Centro America e diffusa soprattutto in Florida e ai Caraibi dove la sua presenza viene spesso segnalata da vistosi cartelli. Il suo nome deriva dal greco Hippos (cavallo) e Mania (follia) poiché pare che facesse impazzire i cavalli che se ne cibavano.

Mancinella è invece termine di origine spagnola e significa “piccola mela”, ed è dovuto alla somiglianza del frutto e delle foglie a quelle del melo.

Ancora oggi in Spagna questa pianta è chiamata Manzanilla de la muerte, cioè mela della morte. Si presenta come un albero alto fino a 15 metri, con tronco grigio rossiccio, piccoli fiori gialli e foglie verde brillante. I frutti, di colore giallo-verdi quando sono maturi, se ingeriti, possono produrre gonfiore alla gola e problemi respiratori e gastrointestinali.

Il vero problema sta nelle foglie e nei fusti ricchi di una potente tossina denominata “hippomane” che fa di questa pianta tra le più velenose al mondo. Meglio restarne a debita distanza perché il solo accidentale contatto con la sua resina biancastra può produrre estese irritazioni.

Anche sostare sotto di essa durante un temporale può essere pericoloso, perché l’acqua, passando sulle foglie e raccogliendo anche una piccola percentuale di linfa, può produrre ustioni sulla pelle.

La sua corteccia, se bruciata, rilascia sostanze nocive tanto potenti da causare la momentanea perdita della vista.

Acero

L’acero è senza dubbio uno degli alberi più eleganti e decorativi, dal fogliame caratteristico e dalle colorazioni che vanno dal verde chiaro al rosso porpora passando per il giallo oro. Il genere, che conta oltre 200 specie di piante generalmente decidue, è diffuso in tutto l’emisfero boreale e talvolta coltivato per il suo legname. Le specie originarie del Giappone e della Cina appaiono le più decorative e, grazie al portamento leggero e armonioso, le più indicate ad arricchire i piccoli spazi. L’acero può anche trovare posto su una terrazza purché non sia battuta dal vento e offra, durante il giorno, una modesta ombra.

Acer saccharum

Questa pianta deve il suo nome al latino: acer significa infatti appuntito e fa riferimento all’estremità delle sue foglie, tipiche di tutto il genere.

Caratteristica comune sono infatti le foglie palmate in cui sono per lo più riconoscibili cinque o sette lobi. Il loro colore cambia in autunno in sfumature spesso spettacolari: dal giallo al rosso intenso sono presenti tutte le varianti conferendo all’intera chioma un aspetto fiammeggiante che non passa mai inosservato. 

È per questa caratteristica che questi alberi, la cui altezza, secondo la specie, va da un metro fino a 30, sono da sempre impiegati nei giardini e nei parchi cittadini. Tutte le piante decidue hanno in autunno le foglie gialle, ma l’acero offre una varietà di colori unica, tale da diventare, indipendentemente dalle sue dimensioni, un punto di attrazione in qualsiasi giardino. I fiori sono per lo più insignificanti, di colore verde o verde-giallo, qualche volta con macchioline rosse, riuniti in grappoli o corimbi, ma comunque scarsamente decorativi. 

Fanno eccezione le specie Acer circinatum e Acer platanoides, i cui fiori, bianchi e porpora o verde-gialli, compaiono in aprile, prima delle foglie.

I frutti, anch’essi caratteristici e definiti samare, sono costituiti da piccoli globi secchi contenenti un solo seme, e dotati di due piccole ali che ne facilitano la diffusione per mezzo del vento.