Rinnovare il terrazzo

Nuova vita al terrazzo

Abbiamo senz’altro apprezzato il bello di avere un terrazzo  quando siamo stati costretti a restare chiusi in casa, ma è una piacevola scoperta che, in fondo, facciamo ad ogni primavera, scoprendo un “locale” in più in cui fermarsi a leggere, studiare, lavorare, giocare, pranzare.

Riempirlo di piante e di fiori è certamente il modo più semplice per arredarlo e renderlo accogliente, ma possiamo fare molto di più se solo lo considerassimo a tutti gli effetti un locale da arredare e trasformare nel nostro spazio verde.

Ecco qualche idea.

Il pavimento

Raramente ci si pensa, forse convinti che il terrazzo debba avere le piastrelle di capitolato e niente di più. Se vogliamo farne uno spazio originale non possiamo non fare alcune considerazioni sulla pavimentazione che possiamo facilmente ricoprire scoprendo che, così facendo, cambiamo veramente il suo aspetto.

La cosa più semplice, anche da realizzare, è stendere sul pavimento un prato finto in rotolo: il prezzo è modesto rispetto all’effetto che riesce a creare. Il posizionamento è simile a quello di una comune moquette: ci basta un taglierino professionale e del biadesivo. L’effetto che crea è superiore alle aspettative: dà la sensazione di uno spazio più ampio e più luminoso. 

Un’alternativa più laboriosa (e anche più costosa) consiste nel ricoprire il pavimento con laminato dello spessore di 7-10mm, lo stesso che si usa per coprire i pavimenti in interno. Possiamo scegliere tra centinaia di proposte, rustiche o pregiate. Possiamo montarlo da noi, meglio se aiutati da qualcuno; il risultato è appagante e potrà essere valorizzato da vasi e mobili coordinati esteticamente.

Il parapetto

Analogamente, anche il parapetto o le pareti laterali possono essere nobilitate con un’adeguata copertura. Esistono PVC, laminati e materiali diversi con cui rivestire i muri simulando la pietra, i mattoni o altri disegni più o meno rustici. Possiamo anche rivestire il parapetto con fasce di legno da colorare come desideriamo. Alla mal parata, potremmo scoprire che basta verniciarlo di un colore diverso da quel grigio anonimo con cui sono normalmente colorati. È solo questione di fantasia e buon gusto.

I mobili

Un tavolo e delle sedie, ma anche una semplice poltroncina possono bastare ad arredare il terrazzo facendone il nostro spazio dove ci rintaniamo per leggere, lavorare, parlare con un amico. Importante è decidere prima come ci piacerebbe sfruttare il nostro terrazzo e cercare i mobili conseguentemente. Scegliamo mobili che possano stare all’aperto senza problemi, incuranti di pioggia o sole. Se sono in legno, mettiamo in preventivo di rinnovarli ogni due anni con dell’impregnante o dello smalto.

I vasi

Bastano pochi anni per trasformare il terrazzo in una raccolta di vasi di ogni genere, di diversa grandezza e colore, senza alcuna idea estetica. Volendo ripensare al nostro spazio, dobbiamo senz’altro ripensare anche ai vasi, scegliendoli per la forma, il colore, ma anche per la possibilità di abbinarsi tra loro in modo da seguire gli angoli o disegnare forme precise. Affidiamoci per questo a vasi in resina trattata contro i raggi UV: manterranno il loro colore e non sembreranno mai “vecchi”.

Pensiano alle fioriere da mettere sul pavimento, ma anche a vasi da appendere al parapetto o al soffitto (se c’è) e da cui far ricadere le piante.

Pensiamolo in 3D

Pensare a un terrazzo completamente nuovo può voler dire anche pensarlo a tre dimensioni. Abbiamo la tendenza a pensare solo ai vasi da appoggiare o appendere, ma raramente consideriamo come il nostro giardino si possa sviluppare anche in verticale. Immaginiamo dunque delle grate, dei tralicci, dei separè su cui far arrampicare le piante e con cui dividere lo spazio (se ne abbiamo). Inutile lasciare le pareti sguarnite: bastano dei ripiani o dei banali supporti per avere piante, ricadenti e non, sui muri. Anche l’uso di vasi alti può servire a creare movimento e arredare in modo più completo il nostro spazio.

Bama_Calice Alba

Il giardino di Bama - il calice Alba

In questa rubrica si ribalta la normale prospettiva e, invece di cercare un vaso adatto a una pianta che abbiamo acquistato, cerchiamo delle piante che possano creare un piccolo giardino in un vaso che possediamo.

È la volta del calice Alba, un elegante vaso adatto sia in terno sia in esterno e disponibile nei colori bianco, grigio e terracotta e in tre dimensioni: 25, 33 e 43 cm di diametro. Realizzata in resina interamente riciclabile, è resistente agli urti, agli sbalzi di temperatura ed è trattata contro i raggi UV (non si scolora). Il modello utilizzato in questa piccola composizione è quello da 33 cm di diametro, alto 35 cm, di colore terracotta.

Adatta per una posizione luminosa, dove il sole giunge per poche ore al giorno (al mattino o alla sera), ha come pianta protagonista la Begonia (Begonia elatior), una pianta dalle fioriture generose che si prolungano fino alla fine dell’estate e che richiede veramente poco per crescere e fiorire. Possiamo trovarla con fiori diverso colore, ma comunque a un prezzo molto contenuto.

Come elemento di contrasto usiamo di fondo una piccola Camadorea (Chamadorea elegans) una piccola palma che cresce bene in appartamento e che può superare col tempo il metro di altezza. Con la bella stagione, la maggiore luce del terrazzo o del giardino ne facilita la crescita, specialmente se trova un terreno fertile e normalmente umido. 

Nella sua crescita aumenterà il constato tra il suo sviluppo e i portamento espanso delle piante in primo piano.

La terza pianta che utilizziamo per completare la composizione è un Syngonium dalle foglie chiarissime, ben disegnate dalle venature e destinata a crescere ricadendo verso l’esterno. Anche questa pianta ama la luce, ma non il sole diretto e, prima del freddo, potrà essere ricoverata in casa dove possa godere di luce e del calore della casa.

L’insieme realizzato è ideale per un terrazzo, per l’ingresso della casa o per arricchire un tavolo in ora in giardino. Sta molto bene anche in casa in una posizione luminosa. Ci basterà fornirle acqua quanto basta a mantenere umido il terreno e, ogni due settimane, aggiungere all’acqua un po’ di concime per piante da fiore.

Bama_colonna Alba

Il giardino di Bama - la colonna Alba

In questa rubrica si ribalta la normale prospettiva e invece di cercare un vaso adatto a una pianta che abbiamo acquistato, cerchiamo delle piante che possano creare un piccolo giardino in un vaso che possediamo.

È la volta della Colonna Alba di Bama (www.bamagroup.com), un vaso sicuramente importante come dimensioni e presenza. Alto 74,5 cm, presenta un ampio calice della capacità di 20 litri. Con un diametro di 43 cm infatti permette di coltivare più piante insieme per creare un centro focale importante, adatto per un interno della casa, ma anche per un ingresso o un terrazzo.

È realizzata con resina atossica, interamente riciclabile e trattata con raggi anti UV per mantenere inalterato il colore negli anni. È disponibile nei colori bianco, grigio e terracotta.

In questa composizione abbiamo voluto creare una piccola aiuola di profumi utilizzando piante di basso costo, a capaci di regalare colore e profumo.

Elemento protagonista sono due piante di lavanda (Lavandula stoechas), amanti del sole e deliziosamente profumate, abbinate a una piccola pianta di rosmarino (Rosmarinus officinalis) che fa da fondo esaltando i colori dei fiori della lavanda. Anche il rosmarino fiorirà nella tarda primavera e, se siamo fortunati, ripeterà la fioritura appena dopo l’estate.

Se lo cimiamo per usarne il profumo in cucina, otterremo che la pianta si ramificherà creando una quinta dietro le piante di lavanda. Sono entrambe, rosmarino e lavanda, piante perenni che possiamo facilmente conservare di anno in anno.

Anteriormente, il profumo intenso della santoreggia (Satureja ortensis) colpisce chiunque si avvicini. È un’erbacea annuale dalla crescita rapida, capace di raddoppiare di volume nell’arco della stagione; è amante del sole e ha le stesse esigenze idriche della lavanda.

Infine, una piccola pianta di timo (Thymus vulgaris) completa la composizione di profumi. Scelta per il suo profumo, le sue piccole foglie e per la rusticità, completa l’insieme in un mix di profumi che possiamo gustare se, sul terrazzo o in giardino, ci sediamo per leggere, studiare, lavorare. 

Il costo molto contenuto della composizione e la facile reperibilità di queste piante ne fa un’occasione imperdibile per dare un po’ di… sapore al nostro spazio verde.

Vedi anche: La ciotola Paglia

Bama_ciotola Paglia

Il giardino di Bama - la ciotola Paglia

Di solito si acquista una pianta e poi cerchiamo un vaso in cui metterla. In questa rubrica cambiamo prospettiva e partiamo dal vaso e cerchiamo quali piante possano “abitarlo” per trasformare il contenitore in un piccolo giardino da tenere in casa, sul terrazzo, in giardino. 

Si tratta di scegliere e abbinare più piante con esigenze simili di esposizione ed acqua. E non serve nemmeno spendere tanto o acquistare piante esotiche, grandi o ricercate. Un qualsiasi vivaio ci può fornire una tale varietà tra cui scegliere che il nostro gusto può esprimersi come crede.

La composizione presentata in questo filmato ha come elemento base la ciotola Paglia di Bama.

Bama è un’azienda totalmente italiana con sede ad Altopascio (Lucca) nata nel 1980 che ha sviluppato, nel corso degli anni, decine di prodotti su tre linee, la casa, il giardino e il pet. Il suo catalogo è talmente ampio e peculiare che è molto probabile che in casa abbiamo qualcosa firmato da questa azienda.

In particolare, la ciotola Paglia è realizzata con resine atossiche, riciclabili al 100% e trattate contro i raggi UV (non si scolora negli anni). Nella composizione viene impiegata la versione di colore antracite da 30 cm di diametro; ne esistono altre due versioni, da 20 e 40 cm di diametro e altri colori: panna, rosso corallo e cielo.

La ciotola è completata da un sottovaso con invito per l’irrigazione ed è caratterizzata, come dice il nome, dal design della paglia intrecciata, ideale sia per interni sia per esterni.

Le piante utilizzate sono due peperomie e una fittonia. Le peperomie sono state scelte per il colore del fogliame, una scura e un’altra, più piccola, chiara, quasi bianca. Si tratta di piante che non amano il sole diretto e vivono bene in appartamento dove possano ricevere un po’ di luce indiretta. Anche la fittonia a foglie rosse, abbinata alle prime due, preferisce la luce filtrata.

L’insieme realizzato è perfetto per un angolo della casa, ma anche per una zona riparata del terrazzo, per l’ingresso della casa, per abbellire un tavolo in ombra del giardino.

Vedi anche: La colonna Alba

Semina

Tempo di semine

Con il cambio delle temperature possiamo seminare di tutto, sia ortaggi, sia piante da fiore in piena terra o in serra secondo il clima della zona. Nel Centro Sud e in Riviera possiamo seminare già in piena terra, mentre al Nord è consigliabile farlo in semenzaio o in serra per mettersi al riparo da possibili raffreddature notturne ancora possibili.

L’utilizzo dei semi invece delle piantine già “pronte” acquistate in vivaio ha dalla sua ovviamente un costo irrisorio: una bustina di semi costa mediamente un euro e permette di ottenere decine, se non centinaia di piantine secondo la grandezza del seme.

Il vantaggio della semina, rispetto all’acquisto di piantine da trapiantare è anche da ricercare nella possibilità di disporre con un certo anticipo di piante “mature”. Se la semina viene effettuata in cassone freddo o in serra la germinazione sarà più rapida e la crescita delle piantine più veloce. Pomodori, peperoni, melanzane, ad esempio, avranno già una ragguardevole dimensione quando a maggio le trapianteremo all’aperto, cosa che ci consentirà anche di avere piante più grandi e una raccolta anticipata dei frutti.

Il terreno

Dovunque seminiamo, è fondamentale disporre di un cosiddetto “letto di semina”, ovvero uno strato di terriccio ottimizzato per la germinazione e lo sviluppo delle piantine.

Il terreno deve essere leggero, tanto da permettere un rapido sviluppo delle radichette, e fertile per fornire alle giovani piantine tutto il nutrimento necessario per irrobustirsi nelle prime delicate fasi della crescita.

Possiamo preparare un buon letto di semina, setacciando del terreno da orto, eliminando ogni radice o sasso, e aggiungendo al terriccio così filtrato del compost maturo ed eventualmente della sabbia per renderlo più permeabile ed evitare qualsiasi ritenzione idrica.

Se abbiamo preparato le nostre aiuole per tempo, vangandolo e concimandolo, ci basterà raffinarlo con il setaccio. Diversamente, se ci troviamo impreparati possiamo anche ricorrere a del terriccio pronto adatto alla semina, da utilizzare nelle aree in cui intendiamo seminare. Il terriccio in sacco è sempre preferibile in semenzaio e in serra.

Semina a spaglio

In piena terra possiamo seminare a spaglio oppure per file o per buche. Il primo sistema consiste nel gettare il seme, lasciando che cada in modo casuale; è il metodo più veloce che possiamo però applicare solo per quelle piante che hanno un ridotto sviluppo e che non temono di crescere fitte fitte. Parliamo di cicorie da taglio, di spinaci, di ravanelli. Possiamo applicare teoricamente la semina a spaglio anche ad altre piante, ma dovremo poi, quando le piantine sono sufficientemente grandi da poter essere maneggiate, diradarle, salvando le piantine che appaiono più robuste ed eliminando le più fragili in modo da lasciare un po’ di spazio tra una pianta e l’altra. Il diradamento è un lavoro da fare a mano, chinati sulla terra: è lungo e faticoso e non è consigliabile perciò su aree più grandi di un metro quadrato. È invece utilmente applicabile se disponiamo di un cassone rialzato (semenzaio) in cui vogliamo produrre un numero limitato di piantine da trapiantare poi nell’orto (ad esempio per pomodori, melanzane e peperoni).

Nella semina a spaglio, se i semi sono molto piccoli e leggeri, conviene mescolarli a un po’ di sabbia per facilitarne il lancio e la distribuzione.

Al termine della distribuzione, basta passare il rastrello sul terreno per interrare i semi quanto basta.

La traccia
Premiamo il manico del rastrello sul terreno per segnare la traccia
La semina
Distribuiamo i semi distanziandoli quanto possibile
Inerramento
Copriamo i semi con qualche centimetro di terra premendo poco
Protezione
Copriamo il etto di semina con un telo per difenderlo dagli uccelli. Togliamo la protezione appena al spinatine spuntano dal terreno
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Semina in file

Più pratica risulta la semina in file perché permette di utilizzare meglio i semi, facilita il diradamento e la pulizia dalle infestanti. La semina in file si presta alle piante il cui sviluppo richiede di lasciare un po’ di spazio tra una pianta e l’altra: pensiamo alle bietole da costa, alle carote, al pisello rampicante. Le file si stabiliscono normalmente posando il manico del rastrello sul terreno e premendolo un poco perché crei una lunga fossetta in cui disporre i semi. Lasciando da 20 a 50 cm tra una fila e l’altra (secondo la specie) risulta più facile anche il diradamento, operazione da cui non possiamo esimerci.

Anche laddove i semi sono sufficientemente grandi da poter essere maneggiati, dovremo comunque distribuirli lungo la fila in modo abbondante in modo da essere certi di riempire la fila con le piante più robuste eliminando quelle che appaiono più stentate.

Anche in questo caso, alla fine basterà passare il rastrello (usato magari dalla parte diritta, non dai denti) sul terreno per livellare la terra e coprire i semi.

Semina in buche

Le piante più grandi, come il cavolfiore, la verza, la zucca, meritano di essere seminate direttamente in buchette. Possiamo praticarle con le dita o il trapiantatore mettendo due-tre semi per buchetta. In questo tipo di semina possiamo da subito rispettare le distanze ottimali tra le piante, rimandando però a un momento successivo quella di togliere le piante più deboli salvando quella più promettente per ogni buca. Dopo aver messo i semi a una profondità che generalmente va da 1 a 3 centimetri, è sufficiente passare con la mano e coprire la buca, senza premere.

Come annaffiare

Dopo la semina bagniamo solo se la terra è molto asciutta. Per fare questa operazione occorre molta cautela per evitare di scalzare il seme; usiamo allora l’annaffiatoio con il becco a pioggia per distribuire un poco di acqua. In seguito dovremo tenere il terreno appena umido, quanto basta per evitare che la superficie si indurisca ostacolando la nascita delle piantine. Meglio quindi annaffiare poco e spesso.

Una semplice protezione

Distribuire i semi sul terreno è come fare un invito per gli uccelli che se ne cibano. Pensiamo quindi fin dal primo momento a una protezione che impedisca di trasformare il nostro orto in un banchetto. È sufficiente, dopo aver annaffiato, stendere un telo di plastica sull’intera area e bloccarne i contorni con dei sassi o degli attrezzi. Questa protezione va tolta appena spuntano le piantine; possiamo eventualmente rimetterla la notte se fa ancora molto freddo o in caso di temporale forte. 

Cure per vecchi vasi

Prendiamoci cura dei vecchi vasi

Con l’arrivo della bella stagione ci viene voglia di riempire ogni vaso di piante e fiori. Probabilmene abbiamo una collezione di vasi in cantina o in box, qualcuno abbandonato sul terrazzo dalla passata stagione. Ma guardandoli, potremmo accorgerci che sono sbiaditi, macchiati, inbruttiti dall’inverno passato. Prima di acquistarne di nuovi, posssiamo provare a ringiovarnirli. Ecco qualche consiglio.

Vasi in cotto

I vasi in cotto hanno il difetto di macchiarsi e sbiadirsi col tempo. Questo succede perché, essendo porosi, l’acqua deposita sulla superficie i sali minerali biancastri che contiene. È lo stesso deposito che troviamo sulla superficie del terreno: nulla di nocivo, ma certamente antiestetico.

Possiamo rinnovarli lasciandoli immersi in un catino in una soluzione di acqua e aceto (usiamo il più economico); non dobbiamo avere fretta e possiamo lasciarceli immersi per ore senza problemi, magari rigirandoli di tanto in tanto e aggiungendo aceto se lo riteniamo necessario. L’aceto scioglie il calcare (causa delle macchie bianche e dello sbiadimento generalizzato), non è dannoso, non indebolisce il vaso.

Per i vasi più grandi potrebbe essere risolutivo agire con una della carta vetrata molto fine (tipo 300) per togiere le macchie più superificiali. L’uso dell’aceto ha anche un’altra funzione: quella di disinfettare il vaso completamente, eliminando qualsiasi patogeno.

Vasi in plastica

I vasi in plastica possono presentarsi molto sbiaditi; significa che non hanno ricevuto alcun trattamento antiUV e non è possibile rimetterli a nuovo. L’unica cosa che possiamo fare è smaltarli, magari usando uno stencil per creare una decorazione particolare. In ogni caso, non smaltiamoli all’interno, ma solo all’esterno, usando uno smalto all’acqua.

Se invece sono stati trattati contro i raggi ultravioletti, hanno mantenuto il loro colore originale, sono solo sporchi. Niente di meglio per lavarli, che il detersivo per i piatti e una spugnetta. È sempre utile lavarli prima di una nuova stagione, specialmente se li abbiamo lasciati pieni di terra. A nostra insaputa infatti, qualche insetto potrebbe averne approfittato per lasciare le sue uova o le sue larve a svernare. 

Le fioriere

Le grandi fioriere, quelle che probabilmente contengono stabilmente degli arbusti o degli alberelli, possono essere pulite solo all’esterno. Non è necessario sostituire la terra (dovremmo sradicare le piante che contengono e non ne vale proprio la pena), ma possiamo comunque, proprio in queste settimane di fine inverno, rinnovare il terriccio in questo semplice modo.

Usando un cucchiaio di legno, preleviamo quanta più terra possibile dalla superficie e gettiamola. Ripristiniamo il livello usando terriccio di sacco adatto (ricordiamoci che le acidofile hanno bisogno di terriccio acido) mescolato a due o tre manciate di letame pellettato o un concime organo-minerale a lenta cessione. Le piante ne beneficeranno notevolmente.

Cosa fare della vecchia terra

La terra utilizzata nella precedente stagione è probabilmente troppo sfruttata per permetterci di coltivare altri fiori. Meglio allora restituirla alla terra e acquistarne di nuova. Non gettiamola nell’umido o nell’indistinto: cerchiamo un prato, un po’ di terra su cui versarla. Contribuiremo anche in questo semplice modo, ad avere un pianeta più verde.

Coltivare gli agrumi in vaso

Coltivare agrumi in vaso non è difficile

La coltivazione degli agrumi in vaso nasce con i Medici; fu un’idea dei giardinieri quella di far crescere le piante negli otri in modo da poterle ricoverare in inverno. La Toscana d’altronde non presentava le condizioni climatiche ideali per queste piante amanti del caldo.

Dalla volontà dei Medici di decorare i loro giardini con queste piante e dall’ingegno dei giardinieri incaricati di accudirli, nacque l’idea del vaso e, subito dopo, quello delle limonaie, serre particolari in cui era possibile, mediante una stufa, ammorbidire il gelo invernale della regione.

Le piante di agrumi sono troppo belle per non affascinare quanti desiderano avere sul proprio terrazzo qualcosa di particolare: bello il fogliame, verde lucido, belli e profumati i fiori che appaiono in primavera, belli e squisiti i frutti.

Oggi coltivare in vaso delle piante di agrumi è ancora più facile: le varietà oggi disponibili sono veramente tante e in grado di soddisfare ogni esigenza di ambientazione: piante piccole dallo sviluppo contenuto, adatte al vaso, da far crescere a cespuglio, ad alberetto, anche in cassettine da tenere sul davanzale. Ma anche forme arrotondate o a spalliera da far crescere in grandi contenitori, perfette per ornare i giardini.

Il vaso ideale

Il vaso giusto è capace e profondo: scegliamo un recipiente di almeno 30 cm di diametro e profondo almeno altrettanto. Si tratta solo di un’indicazione perché ovviamente tutto dipende dalle dimensioni della pianta che acquistiamo. Un vaso più profondo assicurerà una maggiore umidità al terriccio: la pianta starà meglio e a noi toccherà bagnarla meno frequentemente.

Se desideriamo coltivare un alberello, valutiamo le dimensioni del vaso anche in termini di stabilità.

Il terreno

Esiste un terriccio fatto apposta per gli agrumi: assicura l’acidità necessaria e l’areazione ideale per le radici. Mescoliamo al terriccio anche un paio di manciate di letame pellettato che fornirà il nutrimento necessario per queste piante che, a riguardo, si mostrano particolarmente esigenti.

Nel riempire il vaso assicuriamo anche un corretto drenaggio metendo sul fondo due dita di argilla espansa o ghiaia.

La posizione

Qualsiasi agrume ha bisogno di sole, tanto sole. L’esposizione corretta è dunque a Sud. Nelle regioni del Nord le piante crescono bene soprattutto nelle zone più temperate, vicino al mare o in riva ai laghi alpini. Il freddo invernale può ucciderle facilmente e per questo, già da ottobre, dovremo trovare il modo di ricoverare i nostri agrumi in un locale fresco (idealmente 10-12°C) o coprirle con tessuto non tessuto per proteggerle.

L’irrigazione

Gli agrumi amano frequenti e regolari irrigazioni, specalmente in estate, quando ingrandiscono i loro frutti.  Attendiamo sempre che la superficie del vaso appaia asciutta prima di bagnare e riduciamo le irrigazioni in inverno quando le piante sono in riposo vegetativo (ci basterà che il terreno non secchi completamente).

Non amano l’acqua calcarea che riduce progressivamente l’acidità del terreno: usiamo l’acqua piovana, se possiamo, e comunque utilizziamo un concime specifico per agrumi. Oltre a contenere i microelementi indispensabili, contribuisce a mantenre il terreno acido.

Irrigare dal sottovaso

Serve bagnare dal sottovaso?

Bagnare una pianta versando l’acqua direttamente nel sottovaso invece che sul terreno è una pratica che impieghiamo spesso con le piante di casa e che in molti casi è risolutivo.

Non sempre però rappresenta il modo più corretto di fare.

Versando l’acqua nel sottovaso facciamo sì che questa per capillarità raggiunga le radici senza soffocarle e mantenendo l’umidità del terriccio sempre ideale per la vita della pianta.

Il sistema è senz’altro valido, tant’è che in vivaio le piante presenti sui banconi sono normalmente irrigate con questo sistema, versando l’acqua direttamente nei banconi una volta al giorno.

Perché funzioni si devono però rispettare alcune condizioni fondamentali.

♣ Il vaso non deve essere provvisto del tradizionale strato di drenaggio (ghiaia o argilla); se così fosse l’acqua non potrebbe risalire verso le radici.

♣ Le radici occupano almeno il 50% del volume del vaso; diversamente le radici non riceverebbero abbastanza acqua.

♣ Il terriccio non è completamente secco; se il terreno è disidratato diventa impermeabile e l’acqua non può risalire per capillarità.

Voglia di colore

Voglia di colore

Chi abita al Nord sa bene quanto sia difficile avere aiuole o davanzali colorati in inverno. Guardare il terrazzo o il giardino dalle finestre della casa mette tristezza: è già tanto se abbiamo delle piante verdi! Eppure basta poco per avere un po’ di colore anche in queste settimane. Basta scegliere le piante giuste con cui creare un’aiuola, riempire delle cassette o allestire una ciotola.

Per ottenere un buon colpo d’occhio non dobbiamo fossilizzarci sulle piante da fiore, ovviamente molto scarse, ma concentrarci su specie verdi che magari di verde hanno poco perché sfoggiano foglie coloratissime, variegate, dalla texture originale. In mezzo a queste, qualche fiore risulterà ancora più appariscente e noi avremo l’impressione di un inverno un po’ meno triste.

Le piante fiorite

Le piante fiorite più comuni da acquistare in questo periodo sono i ciclamini, i crisantemi, le viole, le primule, l’erica e alcune bulbose. Tra queste i ciclamini sono quelli che fioriscono più a lungo. Esistono in tutte le sfumature del viola, del rosso, del rosa, ma anche bianchi. Per le nostre composizioni scegliamoli delle varietà nane (che spesso sono anche profumati); quelli grossi stanno meglio da soli. Resistono bene al freddo e in città, messi sul davanzale o in un’altra posizione riparata dal sole diretto vivranno a lungo.

Le primule, già in vendita da dicembre, esistono di quasi tutti i colori. Non soffrono il gelo e se non abbiamo fatto l’errore di tenerle in casa al caldo, dureranno tranquillamente all’esterno fino alla fine dell’inverno. Come le primule, anche le viole, con fiori piccoli o grandi, resistono bene al gelo. Iniziano a fiorire in autunno e finiscono “col botto” a primavera.

I crisantemi invece si trovano per lo più provenienti da coltivazioni in serra e si dimostrano perciò poco adatti a resistere al freddo invernale; utilizziamoli solo dove  non vi sono forti gelate oppure acquistiamoli dove siamo certi del loro acclimatamento.

L’erica invece, quasi a metà strada tra una pianta verde e una fiorita, resiste benissimo e i suoi fiorellini durano a lungo, fino a primavera.

Infine possiamo acquistare delle bulbose, fatte già germogliare in serra, e utilizzarle per dare un po’ di colore dove più ci piace: si tratta per lo più di crochi e piccoli narcisi.

Le piante verdi

Le piante verdi sono dette anche piante di struttura perché sono quelle che danno la forma e la dimensione della composizione e perché la loro presenza è più costante di quanto possano essere quelle fiorite. Le piante a cui dobbiamo guardare sono quelle con foglie colorate: cineraria, salvie, aiuga, aianna, cufea, santolina, lavanda, euonimo, aucuba, ederine, miniconifere, cavoli ornamentali e veronica sono solo alcune fra le più impiegate in questo periodo. La cineraria ( non quella fiorita che si vende in primavera, ma il Senecium cineraria) con le sue foglie argentate dà luce alle nostre composizioni così come fanno le salvie variegate di giallo e porpora. L’aianna, dalle foglie verdi seghettate e i piccolissimi fiori gialli, è un’ottima pianta da sfondo per una composizione; l’aiuga, con foglie porpora, va invece messa in primo piano, assieme alle viole.

La skimmia, coriacea e di un bel verde scuro con grappoli di piccoli fiori porpora-marroni, conferisce alla composizione molta eleganza. L’aucuba, l’euonimo e le ederine, tutti variegati e maculati di giallo, vivacizzano l’insieme.

Le mini conifere vanno invece bene per una ciotola un po’ formale e sposano bene l’erica e i mini ciclamini. Usiamo la veronica e la cufea come riempitivi, abbinandole in base ai colori delle altre piante. La prima va bene per le composizioni più grandi, mentre la seconda è ideale per i vasi piccoli. I cavoli ornamentali invece sono perfetti in grosse fioriere.

Come abbinarle

In ogni composizione mettiamo sempre un colore acceso come il giallo o il rosso che facciano da punto focale. Ad esempio, se utilizziamo dei ciclamini rosa e le piante base della composizione sono di colore grigio-argento o verde, allora dobbiamo introdurre qualche pianta come l’euonimo o una piccola aucuba con le foglie gialle. Oppure ai ciclamni rosa potrano fare da sfondo qualche pinetto grigio-verde e delle edere variegate.

Se i vasi sono piccoli, è meglio non mescolare assieme fiori di diverso tipo; ad esempio, ciclamini, viole e crisantemi sono piante che devono fare da protagonisti in altrettante composizioni.

Facciamo delle prove

Niente di più facile per ottenere un bel risultato che andare in vivaio avendo bene in mente le dimensioni dello spazio o del vaso che intendiamo abbellire con le piante.

Ci basterà a questo punto avvicinare tra loro le piante in vaso per renderci conto della validità dell’accostamento. Ci basteranno poche prove per scegliere la triade ideale, unendo una pianta da fiore e due piante verdi con foglie dal colore contrastante.

Oltre all’abbinamento dei colori e delle texture, stiamo attenti alla forma e alle dimensioni delle piante, cercando di immaginarle quando saranno un poco cresciute: non usiamo tre piante alte insieme, ma nemmeno tre piante con la stessa forma nello stesso vaso. Alterniamo e avviciniamo piante alte e basse, larghe e ricadenti, tappezzanti ed erette. Il buon gusto ci guiderà e poi, ovvia, rifare un vaso perché venuto male, non è cosa così grave.

Come coltivare una felce in casa

Come coltivare una felce in casa

Le felci sono piante dal fogliame molto decorativo in ogni stagione. In primavera le giovani foglie, dapprima arrotolate su se stesse, si aprono mostrando un tenero verde brillante; in estate diventano verdi e lussureggianti. In autunno possono assumere colori splendenti e, persino d’inverno, quando sono secche, conservano un particolare fascino.

Molte varietà si prestano a essere coltivate sotto arbusti e alberi. Alcune formano bei tappeti, altre sono adatte per giardini rocciosi e muri a secco, altre ancora sono splendide ai bordi di un laghetto.

Le specie coltivate in casa sono moltissime, appartenenti per lo più al genere Adiantum, Asplenium o Nephrolepsis, ma i vivaisti, data la facilità di coltivazione e l’adattabilità all’ambiente domestico, creano ogni anno nuove varietà. Trovare la specie che più ci piace e farla crescere nella nostra casa non è difficile e, benché non produca né fiori né frutti, ma solo foglie, potrà regalarci un angolo verde di cui andare orgogliosi.

Cosa acquistare

Meglio acquistare una pianta di piccole dimensioni. Se la posizione che le troviamo e le nostre cure sono adatte, si svilupperà più velocemente di quanto pensiamo.

Se, per contro, non rispettiamo le sue esigenze, perderemo poco. Acquistiamo una pianta sana; osserviamo le foglie, di un bel verde uniforme e senza punte secche. La piantina deve presentare anche alcune nuove foglie pronte ad aprirsi e la base non deve sembrare spoglia. Possiamo scegliere tra tante varietà, tutte normalmente indicate con il nome latino, anche se comunemente finiscono per essere chiamate felci.

Possiamo lasciare la nostra pianta nel vaso in cui l’abbiamo acquistata finché non si sia completamente acclimatata per poi spostarla in un vaso appena più grande dotato di terriccio idoneo. Le piante appena acquistate possono soffrire per lo sbalzo termico tra il vivaio e la nostra casa. Se, dove l’acquistiamo, la pianta è in un’area normalmente fresca, cerchiamo, portandola a casa, di lasciare la pianta in un locale fresco per una settimana. Una volta acclimatata, la pianta non ci darà alcun problema. Se, diversamente, dove l’acquistiamo, la pianta si trova già in un ambiente riscaldato, evitiamole lo shock termico durante il trasporto, avvolgendola con carta di giornale.

Dove metterla in casa

Per la nostra felce scegliamo un posto a mezz’ombra non colpito dal sole né attraversato da correnti d’aria. Consideriamo che queste piante normalmente vivono nel sottobosco e si sviluppano solo con la poca luce diffusa attraverso gli alberi. Generalmente il bagno è un posto ideale perché dispone anche di tanta umidità ambientale, come avviene in un sottobosco.

La temperatura di casa va generalmente bene; evitiamo la vicinanza di sorgenti di calore.

Un buon terriccio e una costante umidità sono sufficienti a far crescere sana la felce.

La scelta di un terriccio molto torboso ci eviterà di assillarci con le annaffiature. Periodicamente però è meglio immergere l’intero vaso in acqua a temperatura ambiente per una mezz’ora perché il terreno si idrati completamente.

Possiamo rinvasare la pianta in qualsiasi momento dell’anno, ma è preferibile farlo all’inizio della primavera, evitando di toccare il pane di terra. Scegliamo un vaso appena più grande di quello in cui l’abbiamo acquistata. Ripeteremo il rinvaso ogni due-tre anni, secondo lo sviluppo della pianta e con l’occasione rinnoveremo il terriccio.

L’umidità è fondamentale

Per garantire una costante umidità intorno alla pianta è utile in qualsiasi stagione, ma soprattutto durante le settimane estive più calde, nebulizzare l’intera chioma con acqua non calcarea e a temperatura ambiente. In estate possiamo proteggere la pianta dal caldo sistemando il vaso in uno più grande (4 dita di diametro in più) riempiendo lo spazio tra i due vasi di corteccia sbriciolata o torba da tenere sempre umide. 

Ciò non di meno è importante assicurare alla pianta un drenaggio perfetto, fatto con uno strato di ghiaia o argilla espansa più alto del sottovaso: solo così saremo certi che l’acqua in eccesso non ristagni nel vaso soffocando le radici.

Per dare una marcia in più alla nostra pianta, ogni due settimane circa dalla primavera all’autunno e una volta al mese nel periodo invernale, aggiungiamo all’acqua delle annaffiature un concime per piante verdi. 

Infine, tagliamo le foglie secche o ingiallite e non preoccupiamocene troppo; è il normale ciclo vitale e le foglie morte sono ben presto sostituite da foglie nuove.