La luna e le piante
Il nostro satellite, dicono gli scienziati, nasce circa 4,6 miliardi di anni fa dalla collisione di un corpo celeste, chiamato Theia, contro il nostro pianeta. Dai frammenti di quell’immane disastro si forma la Luna che inizia a ruotare intorno alla Terra a una probabile distanza di 25.000 km. La sua orbita la porta ad allontanarsi dal nostro pianeta, poco alla volta, fino a raggiungere l’attuale distanza di 384.000 km; in realtà continua ad allontanarsi, di circa 38 mm all’anno.
Alla nascita, le sue dimensioni e la vicinanza, ne dovevano fare una presenza ben incombente sul pianeta: data la sua massa, l’attrazione gravitazionale che generava doveva essere ben avvertibile, creando un ciclo che ogni giorno vedeva un’intensità massima e una minima.
La clorofilla, e quindi le prime forme vegetali, nascono un miliardo di anni dopo. Tutte le forme vitali nate successivamente sono nate e si sono evolute in questa costante e ritmica presenza dell’attrazione gravitazionale del satelite. Attrazione che, ancora oggi, è avvertibile nelle maree.
Non è perciò utopico pensare che i ritmi biologici si siano in qualche modo adattati all’influenza della Luna.
D’altronde, si dice, se l’attrazione del nostro satellite è tale da sollevare di svariati metri gli oceani, può a ragione influenzare il movimento di qualsiasi fluido, come la linfa, facilitandone la salita verso le foglie o, al contrario, trattenendola verso le radici.
La luna e il tempo
Ma la Luna non è solo un satelite e un fenomeno astronomico. Per molti secoli ha rappresentato il modo più pratico per contare il tempo e stabilire una data, sia pure approssimativa.
Le sue fasi, ben riconoscibili da chiunque, permettono di stabilire un intervallo di quindici giorni tra una luna piena e una luna nuova. I quarti offrono la possibilità di misurare una singola settimana.
Per questo tutti i calendari si basano sulle fasi lunari e, fin dall’inizio dell’agricoltura, gli uomini si sono serviti della Luna per stabilire il periodo di semina e di raccolta. Il movimento del satellite permetteva di stabilire la lunghezza di un periodo, da un minimo di una settimana a “molte lune”, di fissare delle festività (un esempio su tutte, la Pasqua), ma anche di valutare quando partire per nave (per evitare di giungere a uno stretto durante la luna nuova, nel buio assoluto), oppure effettuare delle manovre militari.
Benché la Luna rifletta solo il 10% della luce solare, la sua illuminazione è stata, fino all’invenzione della luce artificiale, l’unico modo per muoversi durante la notte.
Un po’ per necessità, un po’ per tradizione
La tradizione popolare ha esteso il ruolo della Luna e da punto di riferimento del tempo, si è vista trasformata in divinità capace di incidere sull’uomo e sul suo comportamento, responsabile del raccolto e della fertilità. La Luna crescente è oggi presente su molte bandiere nazionali: in Turchia la leggenda vuole che l’antiica Bisanzio fosse sotto la protezione della dea greca Artemide, il cui simbolo era uno spicchio di luna. Dall’impero ottomano il simbolo dello spicchio di luna si trasmise a molti Paesi islamici che oggi l’adottano. Troviamo la luna anche nelle bandiere di Paesi quali la Malesia, le Maldive o Singapore.
Da sempre, nel nostro Paese, la luna piena favorisce la pesca, perché, si dice, la sua luce attira i pesci in superficie. I contadini sostengono che il mosto vada messo nelle botti solo dopo il novilunio perché diventi vino senza inacidire.
Le credenze ereditate dal Medioevo vedono le notti di luna piena come indicate per le riunioni di streghe, ma anche per la trasformazione di taluni in lupi mannari.
E d’altromde il termine “lunatico” per indicare una persona dal comprtamento fuori dell’ordinario è stato coniato proprio mettendo in stretta correlazione il comportamento del nostro satellite con quello umano; Aristotele e Plinio il Vecchio sostenevano questa possibilità.
La scienza moderna smentisce qualsiasi correlazione tra la il nostro satellite e il nostro comportamento, affermando che la forza gravitazionale della Luna può alzare i mari, ma non influisce in alcun modo sui fluidi corporei, né dell’uomo, né delle piante.
E dunque cosa c’entra?
Da una parte abbiamo la tradizione popolare (antica oseremmo dire) che attribuisce alla Luna un’influenza diretta sulle colture; dall’altro abbiamo la scienza che afferma che non sia provata né l’azione della luce, né quella gravitazionale. Ma va detto che non ci sono noti degli studi scientifici specifici a riguardo. Ci piace ragionare a modo nostro.
Le fasi lunari
Le fasi lunari (luna nuova, luna piena e quarti) sono il risultato del movimento (detto rivoluzione) del satellite intorno alla Terra. La Luna impiega, per il contemporaneo spostamento della Terra sulla sua orbita, 29 giorni, 12 ore e 44 minuti per fare un intero giro intorno al pianeta; a causa di questo movimento, viene illuminata in modo diverso a seconda della sua posizione rispetto al Sole. Se colpita interamente, abbiamo una Luna piena, se colpita in parte abbiamo illuminate solo delle porzioni più o meno grandi. La diversa illuminazione della Luna è quello che identifichiamo come fasi.
La luce riflessa dal sole sulla Luna è, al massimo, il 10%; si tratta di un livello di illuminazione troppo basso per attivare un vero processo di fotosintesi, anche se si sono nontati dei fenomeni di eliotropismo, ovvero di orientamento delle foglie di alcune piante verso la Luna piena. Difficile perciò dire che via sia possa essere una correlazione tra le fasi lunari e la crescota delle piante. È possibile però pensare che l’atavica abitudine di associare le operazioni agricole alle fasi lunari come unico calendario possibile, abbia potuto indurre questa associazione di idee, difficilmente dimostrabile.
Il fatto di seminare o potare con la luna crescente o calante è probabilmente da attribuire all’abitudine di farlo in detreminati periodi dell’anno che, in mancanza di un calendario solare come noi usiamo, non potevano che esser indicati in riferimento alle fasi lunari.
L’orizzonte
Altra cosa è considerare un altro movimento del satellite, denominato rivoluzione siderale. Si tratta di un movimento prodotto dal diverso piano di rotazione della luna rispetto alla Terra, cosa che fa sì che la Luna appaia ora alta, ora bassa sull’orizzonte. Questo movimento, il cui ciclo è di 27 giorni, 7 ore e 43 minuti, determina una maggiore o minore incidenza dell’attrazione del satellite sul pianeta. L’attrazione è massima quando la Luna è alta, a perpendicolo su una determinata zona; è minore quando invece il suo angolo di incidenza è maggiore.
La Luna dunque sale o scende sull’orizzonte con un ovimento regolare e costante: per circa 13 giorni la vediamo salire e per 13 giorni la vediamo scendere. E questo indipendentemente dalla sua illuminazione (che ha un ciclo diverso). Possiamo trovare la luna nuova alta in cielo, ma possiamo, qualche mese dopo, trovarla piena o solo a un quarto.
E se sulla luce riflessa dalla Luna ci sentiamo di poter scartare una possibile influenza sulle piante, diversamente ci viene da considerare pensando all’attrazione gravitazionale.
Ovvero, è possibile che una forma vitale, sia essa vegetale o animale, che cresce e si evolve sotto la diretta influenza di un ciclo gravitazionale così articolato come quello reso possibile dall’interazione Terra-Luna (pensando poi alla distanza ridotta di un tempo del nostro satellite e quindi a una prsenza decisamente superiore) non abbia cercato di assecondare se non addirittura sfruttare questo meccanismo?
Pensiamo a tal proposito, per fare un esempio, a una persona che nasca e cresca su una nave: pensiamola costantemente ormeggiata in un porto, ma comunque assogettata a un costante rollio. Una persona, cresciuta in queste condizioni, non solo non avvertirebbe il rollio (anzi, avvertirebbe un certo fastidio se scendesse sulla terra ferma) ma lo asseconderebbe in modo naturale e lo sfrutterebbe per muoversi con naturalezza. Cosa che non avverrebbe a chi, nato e cresciuto sulla terra ferma, dovesse salire sulla stessa nave.
E allora riproponiamo la domanda: è possibile che le piante, nate ed evolute sotto questa pesante influenza, ne siano rimaste totalmente immuni?
Non siamo scienziati e non abbiamo prove a riguardo, ma ci piace esser possibilisti a riguardo e pensare che le piante abbiano in qualche modo adattato il loro modo di crescere alle condizioni ambientali e alle sue cicliche variazioni.
Crescente o ascendente
In agricoltura si parla di luna crescente e calante, riferendosi alle fasi, ma forse si dovrebbe parlare di luna ascendente o discendente, riferendosi alla sua posizione rispetto all’orizzonte.
Questo potrebbe allora avere un senso. Durante il periodo in cui dal punto più basso all’orizzonte sale verso il punto più alto la sua attrazione verso il terreno è crescente facilitando la risalita della linfa verso le foglie e le gemme. Questo rappresenta dunque il momento ideale per raccogliere gli ortaggi da foglia (come insalata e spinaci) e da frutto, come il pomodoro e la melanzana.
Quando per contro si abassa sull’orizzonte, a sua influenza gravitazionale diminuisce permettendo una maggiore concentrazione di elementi nelle radici. Per questo in luna discendente risulta pi vantaggioso raccogliere gli ortaggi da radice (come carote e patate), ma anche trapiantare, ripicchettare, concimare, potare (le ferite si cicatrizzano più facilmente).
E non finisce qui
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