Il fior d'angelo
Il Philadelphus coronarius, noto anche come fior d’angelo, è un arbusto deciduo un tempo molto comune, ma che sta tornando di moda per la facilità di coltivazione, la bellezza e il profumo dei suoi fiori.
Giunto in Europa originariamente dall’Asia ed utilizzato da subito a scopo ornamentale, ha conosciuto un ulteriore successo un paio di secoli fa quando giunsero dall’America i primi ibridi caratterizzati da una profumazione più intensa e fioriture eccezionali.
Al genere Philadelphus appartengono una cinquantina di specie con in comune un portamento compatto e un’altezza che non supera normalmente i 3 metri; i suoi fusti più giovani sono molto flessibili, coperti da una leggera peluria che scompare con il tempo lasciando una corteccia liscia e quasi lucida. Dalla pianta si svilupano inoltre molti polloni basali che tendono a riempire la pianta trasformandola in una massa invalicabile. Adatti a decorare giardini piccoli e grandi, hanno come peculiarità maggiore la fioritura primaverile costituita da fiori bianchi molto profumati che, secondo la varietà, possono presentarsi singoli, doppi, isolati o a mazzetti. I fiori durano sulla pianta per quasi tre settimane e il loro profumo è più intenso al mattino presto e alla sera.
Le specie principali
Possiamo trovare in commercio molte specie, ma soprattutto molte varietà di questa pianta, diverse per dimensioni e intensità del profumo. Le più diffuse sono le seguenti.
Philadelphus coronarius: capostipite di tutti i filadelfi coltivati, è diffuso allo stato spontaneo un po’ su tutta la Penisola. Ha portamento compatto e raggiunge 4 metri di altezza, con corteccia marrone e foglie lunghe 4-6 cm, di forma allungata e con margini un poco seghettati. Produce tantisimi fiori bianchi, riuniti in mazzetti e profumatissimi.
Philadelphus microphyllus: originario dell’America sudoccidentale, ha dimensioni abbastanza contenute (non supera l’altezza di circa 1,5 metri), ha foglie piccole, lunghe solo 2 cm, lucide e pelose sul lato inferiore. I fiori sono singoli, bianchi candidi e molto profumati.
Tra gli ibridi realizzati dai vivaisti, i più interessanti sono certamente il Burkwoodii, il Virginal e l’Albatre.
Il primo forma un piccolo cespuglio che produce fiori riuniti in piccoli mazzetti di 3-5 fiori, caratterizzati da una macchia di colore rosso violetto al centro e abbastanza profumati.
Il Virginal ha una crescita piuttosto lenta ma è tra i migliori filadelfi a fiore doppio; i fiori sono riuniti in mazzetti di 6-7 fiori, bianchissimi, con tantissimi petali.
Infine, l’Albatre ha fiori semidoppi, di colore bianco candido, molto profumati e raggruppati in mazzetti di 4-5 fiori.
Come coltivarlo
La posizione ideale è in pieno sole; alcube varietà fioriscono bene anche a mezz’ombra, ma è certamente con le posizioni assolate che dà il meglio di sé in termini di sviluppo e fioritura. Questa pianta non ha particolari esigenze in fatto di terreno e possiamo piantarlo senza porci troppi problemi. Usiamolo come soggetto singolo o, se lo spazio lo consente, anche in gruppi di tre piante. Un tempo era impiegato anche per formare siepi libere (cioè non tagliate) per delimitare le proprietà; oggi, date le dimensioni contenute dei giardini, questo impiego è quasi scomparso, ma possiamo pensare di ripristinarlo nei giardini condominiali o nelle aree verdi cittadine.
Possiamo piantarlo in queste settimane realizzando una buca d’impianto sufficientemente grande a contenerne facilmente l’intero pane di terra; per dargli una marcia in più mescoliamo alla terra con cui riempiamo la buca anche dello stallatico pellettato. Annaffiamolo bene al momento del trapianto e cerchiamo di mantenere umido il terreno per il primo anno; poi, le radici saranno sprofondate abbastanza da assicurare alla pianta una totale autonomia e dovremo intervenire solo in caso di prolungata siccità.
Per quanto concerne la potatura, dovremo intervenire solo dopo la fioritura, riducendo la lunghezza dei rami per contenere la pianta nella sua forma ideale. Quando la pianta, crescendo e rinfoltendosi, diventa eccessivamente compatta, possiamo eliminare alcuni fusti interni, generalmente improduttivi, in modo da dare più aria al fogliame ed evitare l’insorgenza di malattie fungine.
Non è una pianta delicata: resiste molto bene sia ai parassiti sia alle malattie. Il nostro intervento di supporto è abbastanza improbabile e per questo il filadelfo si presta ad essere impiegato nei giardini a bassa manutenzione.
In vaso
Possiamo coltivare questo arbusto anche in vaso: posto davanti alla casa o sul terrazzo, saprà regalare agli ambienti limitrofi un delizioso profumo.
Usiamo un contenitore di circa 50 cm di diametro e profondo altrettanto. Impieghiamo un terriccio di tipo universale mescolato a della torba e arricchito con letame pellettato. L’irrigazione dovrà essere più regolare che nella coltivazione in piena terra e dovremo fare in modo che il terreno rimanga un poco umido anche durante le settimane più calde.
Ogni anno, a primavera, togliamo con un cucchiaio di legno lo strato superficiale di terra e ripristiniamolo con terriccio nuovo e un po’ di concime.
Hai trovato utili queste informazioni?
Clicca sulle stelle per esprimere un voto
Media 0 / 5. Numero di voti: 0
Nessun voto finora! Sii il primo a votare questo post.