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Potare senza sbagliare

Con l’avvicinarsi dell’inverno le piante entrano in riposo vegetativo, uno stato in cui le funzioni vitali sono rallentate. Nel corso dell’inverno le radici si ingrossano e accumulano le sostanze utili per la primavera, le gemme si ingrossano e l’intera pianta, benché dormiente si prepara lentamente alla nuova stagione. 

Perché potare

I motivi per mettere mano alle cesoie e agli attrezzi da taglio per effettuare una potatura possono essere molti:
dare alla pianta una forma più congeniale alla funzione che deve avere (è il caso della siepe),
eliminare i rami non più fruttiferi (nelle piante da frutto),
consentire una fioritura più abbondante e con fiori più grandi (piante da fiore),
limitare l’espansione antiestetica di una rampicante.

La potatura di per sé riproduce un fenomeno abbastanza naturale: insetti, vento, pioggia, persino i parassiti rovinano o distruggono alcune parti della pianta che risponde all’attacco con la produzione nella stessa direzione di nuovi rami o nuove foglie più forti.

Possiamo potare i nostri arbusti da novembre fino a marzo, quando le piante sono in riposo vegetativo. Facendolo ad inverno avanzato sarà più facile riconoscere le gemme. L’importante è intervenire prima che la pianta “si svegli” per evitare di disperdere la linfa. Cerchiamo comunque di intervenire almeno due settimane prima del risveglio primaverile per dar modo alla pianta di cicatrizzare i tagli.

Un conto è tagliare e altro è potare

Distinguiamo tra taglio e potatura: si tratta di concetti ben diversi, anche se spesso vengono confusi. Il taglio è fatto generalmente in modo indiscriminato -e lo si vede troppo spesso nei giardini condominiali- regolando magari l’arbusto a una certa altezza senza fare distinzione tra un ramo e l’altro. Anche l’idea di tagliare il più possibile una pianta che “così si rinforza” non è un modo corretto di fare, anche se, per forza di cose, la pianta tagliata o muore o si rinforza. La potatura invece è un taglio mirato in cui si fa distinzione tra ramo e ramo e si taglia in modo preciso; va dunque fatta nei modi e nei tempi giusti.

La pianta perfetta

Masanobu Fukuoka, agronomo giapponese pioniere della coltivazione “naturale”, sostiene che “la crescita delle piante da seme, senza alcun intervento umano, è di per sé perfetta”. La natura, sostiene, ha impiegato migliaia di anni per mettere a punto accorgimenti tali da consentire a ogni foglia di acquisire il sole nel migliore dei modi e alla pianta di svilupparsi nella forma e nelle dimensioni che le sono più congeniali.

Tutta questione di gerarchia

Su un ramo esistono diverse gemme, di cui quella apicale, cioè nella parte più alta del ramo, è dominante. Questa funzione dominante inibisce automaticamente le gemme sottostanti che rimangono pronte a intervenire, ma allo stato di gemma.

La rottura, il taglio, la morte della parte superiore del ramo, elimina l’inibizione delle gemme sottostanti e ridisegna la gerarchia delle gemme in modo che quella più in alto (più vicina alla luce) diventi dominante rispetto a quelle sottostanti.

Nella gemma dominante viene spinta gran parte della linfa disponibile nel ramo per permetterle di crescere. Sfruttando questa elementare gerarchia, possiamo tagliare in modo da far sviluppare la pianta in una certa direzione, potenziare un ramo piuttosto che un altro.

Nel disegno qui sopra, se tagliamo il ramo B, la linfa si concentrerà in A, se tagliamo D, la linfa andrà in C; se tagliamo A, B e D, tutta la linfa si concentrerà in C che si svilupperà enormemente.

Sfruttando questo semplice principio, dovendo intervenire su un alberello, se desideriamo che si allarghi la chioma, taglieremo i rami che si spingono in alto. Viceversa, se desideriamo che si alzi, elimineremo i getti laterali. 

Cinque regole per non sbagliare

1 – Sapere cosa si vuole ottenere
Prima di mettere mano alle forbici, sia che si stia affrontando un cespuglio, sia che si tratti di un alberello, dobbiamo avere ben chiaro in mente cosa intendiamo ottenere e perché. Se potiamo una pianta da fiore probabilmente potremmo volerne diradare i fusti (ortensia), ingrossare e rinforzare il piede (rosa), indurre la crescita ad alberello (forsizia). Nel caso di un rampicante la potatura serve a indirizzare la pianta a coprire una parete o una grata. Se si tratta di una siepe, potiamo per facilitare la crescita dal basso. Insomma, prima di tutto chiariamoci gli obiettivi e quindi potiamo di conseguenza.

2 – Eseguire tagli netti
I tagli, per rimarginarsi velocemente, devono essere netti e senza sbavature. Per questo dobbiamo impiegare gli attrezzi più idonei scegliendo le cesoie appropriate o il segaccio o il troncarami, secondo la necessità. Gli attrezzi vanno mantenuti ben affilati e puliti. È buona norma inoltre disinfettare sempre gli attrezzi prima di usarli su una pianta diversa. Il pericolo è di trasmettere una malattia usando attrezzi infetti. Ci basta avere a disposizione uno straccio imbevuto con un comune disinfettante a uso esterno.

3 – Dove tagliare
Eseguiamo il taglio sempre un centimetro sopra una gemma, meglio se questa è esposta verso l’esterno. Se la gemma è singola, il taglio deve essere obliquo con inclinazione opposta alla gemma stessa. Questo farà sì che l’acqua piovana non defluisca verso la gemma ma sull’altro lato. In caso di gemme doppie, il taglio va fatto perpendicolare al legno.

4 – Quando tagliare
La potatura va eseguita durante il riposo vegetativo della pianta; diversamente, si parla di “potatura a verde” necessaria sui rampicanti e le piante a fioritura precoce (la forsizia ad esempio, ma anche l’azalea) destinata a mantenerle nella forma ideale o contenerne l’esuberante sviluppo. Durante il riposo vegetativo (da novembre a marzo) si ha la minima perdita di linfa e la perfetta cicatrizzazione del punto di taglio. Per questo l’ultima data utile per intervenire sulle piante deve essere di circa due settimane prima del risveglio vegetativo. Potare in febbraio-marzo ha un indubbio vantaggio per chi non ha esperienza: le gemme sono normalmente meglio visibili, perché ingrossate durante l’inverno. Questo ci permette di vedere subito quale sia il punto corretto di taglio. Nella potatura delle sempreverdi evitiamo sempre le settimane sottoposte a gelate notturne, pena il congelamento della linfa o della resina e il possibile danneggiamento del ramo o del tronco. Non tagliamo mai la punta alle conifere o la pianta non si svilupperà più in altezza.

5 – Attenzione ai rami più grossi
Se dobbiamo tagliare dei rami particolarmente grandi dobbiamo usare molte precauzioni. Innanzitutto va tagliato un pezzo alla volta in modo da alleggerirlo e mai tutto intero. Inoltre dobbiamo tenere presente che queste grosse “ferite” possono essere la porta di ingresso di parassiti e patologie del legno che possono minare la salute della pianta. Se proprio non lo possiamo evitare, spalmiamo subito il punto di taglio con l’apposita pasta cicatrizzante che ha proprio lo scopo di impedire a larve o germi di penetrare nel legno.
Inoltre, nel taglio di un ramo vicino al tronco, bisogna avere l’accortezza di effettuare prima un taglio non profondo nella parte sottostante e solo dopo tagliare dall’alto verso il basso il ramo. In questo modo si evita che, sotto il peso del ramo stesso, la corteccia si strappi, scorticando parte del tronco.

Per saperne di più:

Ringiovanimento siepe: https://youtu.be/tyGy3A6RKtM
Potature estreme: https://youtu.be/isyz95IIROc
La Rosa potata: https://youtu.be/BHI5jsK_uaY
Potatura della forsizia: https://youtu.be/AqRms1GQIqU
Come potare l’ortensia: https://youtu.be/2Gpizth1uto

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