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Se le foglie impallidiscono

Capita di vedere in piante apparentemente sane uno sbiadimento progressivo delle foglie che, invece di essere verdi brillanti, impallidiscono fino a mostrare evidenti le nervature. 

A questo si associa spesso un arrossamento dei margini fogliari. Si parla allora di clorosi.

La clorosi ferrica è un male abbastanza diffuso sia tra le piante coltivate in vaso sia per quelle piantate in piena terra. Le foglie appaiono sempre più pallide tanto da mostrare evidenti le venature. Spesso diventano un po’ mollicce prima di ingiallire e cadere. 

Non si tratta di una malattia vera e propria, ma di un’anomalia determinata dal mancato assorbimento del ferro dal terreno. 

Questo elemento è fondamentale per la produzione della clorofilla (responsabile anche del colore delle foglie); in sua mancanza, la clorofilla viene meno e con essa la sintesi clorofilliana che è alla base della vita e dello sviluppo della pianta che di conseguenza rallenta la sua crescita nell’impossibilità di trasformare in zuccheri le sostanze assorbite dal terreno. 

Vi sono diversi motivi per l’insorgere della clorosi ferrica: il primo, ovviamente, è la mancanza di ferro, anche se è quello meno probabile. Il pianeta è ricco di ferro, il suo nucleo è di ferro e la sua mancanza nel terreno è dunque una possibilità remota, possibile, più che altro, nei vasi dove questo elemento può venir dilavato dalla continue annaffiature, così come molti altri microelementi.

Più facilmente, il ferro non può essere assorbito. La principale causa della mancata assimilazione è da ricercare nel pH del terreno, ovvero nella sua acidità. 

Perché il ferro sia assorbito dalle radici, deve essere sciolto nell’acqua che rappresenta il veicolo grazie al quale i microelementi possono essere prelevati dal terreno e utilizzati dalla pianta. 

Un terreno calcareo inibisce la possibilità di assimilazione del ferro che rimane nel terreno in forma insolubile. 

Il rimedio immediato per far fronte al problema è fornire alla pianta, insieme all’acqua delle innaffiature, del Ferro chelato, ovvero il minerale in una forma di pronta assimilazione. Possiamo comprare Ferro Liquido di Compo (ca 7 euro), mescolarlo all’acqua delle innaffiature e distribuirlo sul terreno dove serve. L’effetto che ne deriva è visibile in meno di due giorni: le foglie torneranno subito verdi. 

Va da sé che il problema si risolve aumentando l’acidità del terreno in modo da permettere al ferro di diventare solubile e assimilabile dalle radici. 

Per questo può essere utile aggiungere nei vasi un po’ di torba acida, cambiare il terriccio o aggiungere all’acqua additivi che contrastino il calcare dell’acqua. 

Le piante acidofile ne vanno soggette

Le piante acidofile, come la camelia, l’ortensia, l’azalea, la gardenia, piante cioè che amano avere un terreno prevalentemente acido, possono andare più facilmente soggette alla clorosi.

Se il terreno non ha infatti l’acidità utile, il mancato assorbimento del ferro è il primo sintomo. Oltre alla distribuzione di Ferro chelato, diventa importante acidificare il terreno mediante la distribuzione di torba acida o di lupini tritati (si trova tutto nei garden center).

Un altro importante accorgimento consiste nel mescolare sempre all’acqua delle annaffiature, il succo di mezzo limone o un cucchiaio di aceto; entrambi contribuiscono a compensare il calcare normalmente contenuto nell’acqua del rubinetto e che è il primo responsabile dell’avvizzimento di queste piante quando coltivate in vaso.

Prodotti utili

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  • Compo Ferro liquido
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