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Il melo cotogno

La chiamiamo mela cotogna o pera cotogna a seconda della forma del frutto, più o meno globosa, anche se con la mela e il pero non ha nulla a che fare. Si tratta infatti di una specie a se stante, la Cydonia oblonga, di cui la diversa forma del frutto costituisce solo una varietà. Il nome con cui chiamiamo questa pianta, cotogno, ci è giunto dal Medioevo come forma volgare del nome latino datogli da Linneo.

È una pianta coltivata da millenni, probabilmente originaria della Cina e poi diffusasi nel Mediterraneo. Già nota agli antichi Babilonesi, è stata normalmente coltivata anche nel nostro Paese fino agli anni sessanta, per poi, complice anche la grande distribuzione, cadere lentamente in disuso.

Recuperarne la coltivazione, anche nel giardino di casa, significa anche mantenere una specie originale che, diversamente, rischia di perdersi come purtroppo avvenuto per molte specie e varietà.

D’altro canto siamo di fronte a un alberello molto decorativo che a primavera attrae con i suoi grandi fiori bianchi sfumati di rosa, mentre in autunno offre decine di frutti dalle numerose proprietà e dal gusto dolce,  ideale per creare composte da soli o in combinazione con altri frutti.

Il terreno e l’esposizione

È una pianta molto rustica in grado di resistere agli inverni freddi così come alla calura estiva. Una buona posizione assolata ne favorisce la crescita la fruttificazione. Non ha particolari esigenze in fatto di terreno, ma predilige i terreni neutri o subacidi, mentre l’eccesso di calcare la fa crescere stentatamente.

Poche semplici cure

Piantata ora, questa pianta beneficia di un apporto di letame con cui arricchire il terreno. Torneremo a concimare all’inizio della primavera: le due concimazioni, autunnale e primaverile, permettono, anno dopo anno, di sviluppare una chioma folta e abbondanti frutti.

Benché la pianta adulta basta a se stessa, è comunque utile fornire a questa specie acqua con una certa regolarità in modo da garantire un terreno sempre umido. Quando la mettiamo a dimora, interriamo anche un tubo vicino al fusto in modo che raggiunga la base delle radici e affiori appena dal terreno: ci servirà per bagnare la pianta senza sprechi.

La potatura

Si effettua generalmente alla fine dell’inverno e serve per dare alla pianta una forma più adatta alla raccolta. Se la coltiviamo in giardino la potatura di produzione è inutile e ci basterà allora eseguire una potatura leggera come faremmo con qualsiasi altra pianta.

Elimineremo quindi i rami che hanno già fruttificato e i polloni che sottraggono energia alla pianta. L’alberello assumerà una forma tondeggiante e produrrà un’ombra fitta.

La raccolta

La maturazione dei frutti avviene normalmente in ottobre: i frutti si presentano inizialmente coperti da una sottile peluria che scompare quando la maturazione è completa. La buccia allora risulta liscia e lucida. Il frutto, anche maturo, è molto duro da mangiare e tende ad allettare i denti. Possiamo conservarlo in un ambiente buio perché, in poche settimane diventi più morbido, o, semplicemente, utilizzarlo per preparare delle ottime confetture: il suo alto contenuto di pectina rende la mela cotogna ideale anche in combinazione con altri frutti per addensare il preparato.

Un frutto benefico

Da sempre alla mela cotogna sono riconosciute benefiche proprietà. Aiuta la digestione e, in generale, aiuta l’intera funzione digestiva, grazie al contenuto di fibre e acido malico. Prezioso alleato dello stomaco e dell’intestino, contrasta le infezioni intestinali e svolge anche una modesta azione lassativa.

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